
Monta la protesta: "Fini colto in flagrante"
Scrive Antonella Cardone da Bologna «Gianfranco Fini scandisce bene le parole quando, convinto di non essere ascoltato dai giornalisti, rinfresca le idee ai suoi militanti su quel che pensa degli insegnanti. E tira fuori lo spirito che mostrava dieci fa, era il 1998, quando fece la celebre uscita, in diretta tv, sui maestri gay che «andrebbero licenziati».
Sarà che Bologna è la terra di Fabio Garagnani, l’onorevole forzista degli affondi contro «gli insegnanti comunisti», ma ieri Fini non sembrava affatto il posato politico che vuol apparire. E dunque dàgli ai professori «cattivi maestri». La dichiarazione, riferisce l’agenzia Dire che è riuscita a infilarsi nell’evento off limits cui era ospite Fini, un pranzo al Circolo della caccia con lo stato maggiore di An Bologna e altri ospiti dell’alta borghesia cittadina, è arrivata nell’ambito di un più ampio affondo contro i dipendenti statali, i «fannulloni», che giusto a maggio si sono visti rinnovare la parte economica del contratto.
La ricetta anti parassitismo negli apparati pubblici, per il leader di An è elementare: il contratto degli statali deve contenere regole che impegnino i lavoratori «a più mobilità più produttività», e pure qualche postilla che «renda più agevole disfarsi» di chi scalda posti e poltrone».
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