
Le due Italie del tempo pieno
Si prospetta il ritorno, dunque, del modello unitario di tempo pieno premorattiano, ma le classi funzionanti a 40 ore nella scuola elementare anche sotto la gestione Moratti hanno continuato a crescere di numero, toccando quest’anno con la gestione Fioroni il massimo storico (33.081 su 138.484, pari al 24%).
Il 1° Rapporto sulla qualità nella scuola, curato da Tuttoscuola, ha messo in evidenza nettamente due Italie: quella del Nord e del Centro Italia, da una parte, e quella opposta (con qualche eccezione) del Sud e delle Isole dall’altra.
Le differenze territoriali sono notevoli, tanto che lo scarto, cioè la percentuale di variabilità relativa è del 59%, a riprova delle distanze tra i diversi valori provinciali e della mancanza di uniformità nell’offerta.
Milano è la provincia con la più alta percentuale di classi a tempo pieno (89,5%), seguita a distanza da Lodi (68,8%), da Modena (66,0%) e da Torino (65,5%). Sul fronte opposto, ferme a percentuali irrisorie di classi organizzate a tempo pieno, ci sono Oristano, Campobasso, Lecce, Ragusa.
Nelle prime 30 province con le più alte percentuali di classi organizzate a tempo pieno vi sono solamente quattro province meridionali (Crotone, Potenza, Catanzaro e Sassari).
In quattro regioni italiane (Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna e Lazio) vi sono, poco più poco meno, quattro classi a tempo pieno ogni dieci classi funzionanti.
Percentuale che scende bruscamente in Campania, Sicilia, Molise e Puglia dove le percentuali di classi a tempo pieno, nelle situazioni migliori non vanno oltre il 5,3%.
Una curiosità: a Oristano non vi sono classi a tempo pieno; a Campobasso ce ne sono soltanto due.
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