Tuttoscuola: Non solo statale

Manovra, nuove polemiche sul bonus di 1500 euro per le paritarie

Tra le proposte di emendamento alla Legge di Bilancio ammesse, ne compare uno che prevede l’introduzione di un bonus di 1.500 euro per ciascun figlio iscritto alle scuole paritarie di primo e secondo grado. Inaccettabile per la Flc Cgil, perché tale scelta “sottrae risorse alla scuola pubblica, per destinarle, invece, a chi dispone già di alternative, mascherando questa operazione sotto la bandiera della libertà educativa. Il governo, che, a partire dal misero rinnovo del contratto ‘Istruzione e Ricerca’, continua a dichiarare che non ci sono soldi e che siamo in tempi di vacche magre, trova risorse per le scuole private, mentre per la scuola pubblica arrivano solo tagli”.

La proposta consiste nell’erogazione di un bonus (voucher), denominato ‘buono scuola’, destinato alle famiglie con un Isee inferiore ai 30.000 euro che scelgono l’istruzione paritaria per i propri figli. Per ogni figlio iscritto è previsto un contributo pari a 1.500 euro, con la possibilità di cumulare fino a un massimo di 5.000 euro per ciascun nucleo familiare. Per coprire il costo dell’iniziativa, di circa 20 milioni di euro, si prevede un taglio al Fondo per gli interventi strutturali di politica economica.

Troppo per la Flc Cgil, troppo poco, al contrario, per suor Anna Monia Alfieri, diventata di fatto, negli ultimi anni, leader dei sostenitori della parità anche economica tra le scuole statali e quelle paritarie. “Il punto di partenza è la famiglia che ha la responsabilità educativa e quindi deve agire in modo libero”, ha dichiarato in una intervista al quotidiano il Resto del Carlino. “E’ imbarazzante constatare che l’Italia è l’unico paese insieme alla Grecia, in Europa, che non garantisce alla famiglia la libertà di scelta a costo zero, avendo già pagato le tasse. La scuola paritaria offre oggi formazione a 756.799 bambini e ragazzi. Il sostegno che riceve è pari a un decimo di quanto assegnato alla scuola statale. Non è un caso che abbia perso 500.000 iscritti”.

Anche se l’attuale governo ha fatto significativi passi avanti (aumento del contributo, sostegno ai disabili, contrasto all’ideologia) “ora occorre agire per una svolta storica introducendo il buono scuola nazionale nella legge di bilancio”. Una scelta questa, conclude, “che consentirebbe anche di combattere la retorica della scuola paritaria intesa come scuola dei ricchi che non è vera. Mentre le paritarie chiudono, le private e molto costose, registrano lunghe liste di attesa”.

Approfondiamo il tema nella successiva notizia.

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