Nuove GPS 2026 e tabelle di valutazione titoli per le competenze digitali
Il ministero dell’Istruzione e del Merito ha presentato l’11 novembre scorso una bozza di ordinanza inerente all’aggiornamento delle graduatorie di istituto per il biennio 2026-27 e 2027-28.
Tante le novità di interesse, di cui si è parlato approfonditamente nel webinar di Tuttoscuola del 14 novembre, visionabile gratuitamente qui.
Il Ministero – che ha dichiarato di voler accelerare rispetto agli anni scorsi i tempi per la presentazione delle istanze – sta esaminando in questi giorni le osservazioni dei sindacati: giovedì 20 novembre è previsto un confronto politico con i sindacati e probabilmente venerdì 21 un confronto tecnico. Poi il Ministero tirerà le somme.
Si è parlato anche di modifica delle tabelle di valutazione, tra cui le regole sulle certificazioni delle competenze informatiche e digitali.
L’impostazione presentata dal MIM nell’informativa è quella di mantenere per tali certificazioni il punteggio massimo complessivo di 2 punti. Chi ha già acquisito il punteggio lo potrà conservare, mentre per acquisire nuovi punteggi saranno valide da ora in avanti solo le certificazioni rilasciate da enti accreditati da Accredia. Insomma, come già previsto dal CCNL per le graduatorie di terza fascia del personale ATA, siamo entrati nell’era della certificazione “sotto accreditamento”: nei campi in cui esistono certificazioni riconosciute dall’Ente unico di accreditamento (ce ne è uno in ogni Paese, in Italia è Accredia, posto sotto la vigilanza del Ministero del Made in Italy, MIMIT), che accredita e controlla gli enti di certificazione, sono valide solo i titoli rilasciati dai soggetti da esso accreditati.
Oggi le certificazioni sulle competenze digitali abilitate da Accredia sono quelle relative ai framework europei DigComp 2.2 (nota in gergo come CIAD, e rivolta a tutti i cittadini, quindi anche studenti, personale docente e non docente) e DigCompEDU, la nuova certificazione per gli educatori (insegnanti, pedagogisti, etc). In base a quanto trapelato, l’intenzione attualmente sarebbe quella di riconoscere 0,5 punti per la certificazione su DigComp 2.2 e 1 punto per la certificazione su DigCompEDU.
Riguardo a questo aspetto è possibile che si tratti di una prima ipotesi, sulla quale il Ministero potrebbe fare un’ulteriore riflessione. Infatti se dovessero essere riconosciuti 2 punti alle certificazioni ottenute in passato (magari anni e anni fa) e solo 1,5 a chi dimostra oggi le proprie competenze digitali prendendo una certificazione attraverso un sistema caratterizzato da rigidi controlli, si creerebbe una sproporzione difficilmente comprensibile.
E’ noto a tutti – sicuramente anche a Viale Trastevere, dove anzi c’è molta attenzione su questi aspetti, come dimostrato dalla meritoria azione di duro contrasto ai cosiddetti “diplomifici” – che in passato purtroppo, in assenza di un sistema strutturato di controlli come quello gestito da Accredia, molte certificazioni sono state ottenute in maniera poco trasparente. Quanti commissari di concorsi, quanti dirigenti scolastici, Dsga e segreterie scolastiche hanno potuto toccare con mano negli anni passati che chi presentava certificazioni con livelli di padronanza elevatissimi dimostrava di saperne poco o nulla? E le inchieste giornalistiche (ricordiamo ad esempio quella recente di FanPage), ma anche quelle giudiziarie hanno dimostrato che purtroppo esistono, e in questi anni hanno molto mercanteggiato, anche i “certificatifici”: certificazioni comprate senza alcuna competenza effettiva e senza alcun controllo. Per carità, tante sono state certamente acquisite con merito, ma molte no.
E il Ministero dell’istruzione e del merito, nel selezionare centinaia di migliaia di supplenti che entreranno in classe e un giorno probabilmente diventeranno di ruolo, darà maggior valore a chi ha preso quelle certificazioni (magari molti anni fa, a fronte di competenze peraltro soggette a rapida obsolescenza, basti pensare alle frontiere spostate avanti dall’intelligenza artificiale), e in troppi casi prese “in quel modo”, rispetto alle certificazioni “sotto accreditamento” (che prima non esistevano, ricordiamolo) prese oggi? Sarebbe come riconoscere un “elisir di lunga vita ai certificatifici”, ai quali verrebbe dato maggior valore rispetto alle nuove certificazioni. E questo pensiamo che nessuno lo voglia, né ai piani alti della Minerva né ai vertici sindacali.
E’ evidente che non si possono toccare i titoli pregressi, ma è altrettanto chiaro che è un interesse generale incentivare tutti, sia chi ha acquisito questi punteggi in passato, sia gli altri ad elevare il proprio livello di competenze digitali (quindi studiando) e a sottoporsi a un esame gestito da un soggetto terzo espressamente abilitato per questo e sottoposto a vigilanza da parte di un ente di controllo (di recente ad esempio Accredia ha sospeso un ente di certificazione accreditato per DigComp 2.2). Non si toglie nulla agli aspiranti supplenti, mentre si offre una maggiore garanzia agli studenti su competenze che chi sale oggi in cattedra non può non avere.
Come si può raggiungere questo obiettivo? Con due mosse: alzando il tetto dei due punti complessivi (così tutti – “vecchi” e “nuovi” – saranno incentivati ad aggiornare e migliorare le proprie competenze), e riconoscendo alle nuove “certificazioni Accredia” un punteggio superiore di quello ipotizzato, proprio perché ottenute all’interno di un sistema più strutturato che offre maggiori garanzie. Senza dimenticare che nel frattempo Accredia potrebbe aprire la strada a nuove certificazioni, come quelle sulla IA.
D’altronde se alle certificazioni linguistiche si continuerà ad attribuire (anche giustamente) da 3 a 6 punti, è difficile sostenere che nell’era che viviamo le competenze digitali siano meno importanti. Sarebbe anacronistica la visione di un profilo del docente in cui tali competenze non siano almeno altrettanto importanti. In particolare quelle mappate dal DigCompEDU.
Il tema anzi diventa quello che tutti i docenti in servizio dovrebbero essere aiutati a padroneggiarle. In questo il Pnrr ha dato certamente una spinta, ma oggi non esiste una mappatura del livello raggiunto, che tali certificazioni, riconosciute a livello internazionale, potrebbero garantire. Sarebbe un bel salto avanti del nostro Paese rispetto agli altri.
Come saperne di più su queste novità? Nel webinar di venerdì 14 si è spiegato bene come funziona il sistema di certificazione sotto accreditamento (è intervenuto Franco Fontana, Person Certification Manager di Intertek, ente di accreditamento leader mondiale e il primo ad aver ottenuto l’accreditamento da Accredia sia per DigComp 2.2 sia per DigCompEDU), sia come funziona il framework DigCompEDU (lo ha fatto Laura Biancato, che ha coordinato il corso di Tuttoscuola “DigCompEDU, le competenze digitali per insegnare”: un corso con videolezioni consultabili quando si vuole che prepara all’esame di certificazione, che si può sostenere subito dopo il corso).
Per ulteriori informazioni sulle certificazioni Accredia, su quali sono gli enti accreditati e su come prepararsi, consultare il sito tuttoscuola.com con le tante informazioni in esso contenute, a partire da qui.
Per approfondimenti:
– Certifica ora le tue competenze digitali, migliora la qualità del tuo insegnamento
– Nuove GPS 2026: dai punteggi alle certificazioni. Rivedi il webinar e preparati con noi a un prezzo speciale
– Diventare insegnanti senza studiare: il mercato nascosto dei titoli scolastici. L’inchiesta di Fanpage
– Dopo i diplomifici, i ‘certificati-fici’: ma che scuola è? (e quale Paese?). Cambiamo pagina
– Con la certificazione sotto accreditamento, fuori i mercanti dal tempio dell’Educazione
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Solo gli utenti registrati possono commentare!
Effettua il Login o Registrati
oppure accedi via