
Lo sforzo immane dellorganizzazione dei concorsi. Bene il Miur, ma ne valeva la pena?/2
Non molto diversa la situazione organizzativa del giorno dopo per il concorso dell’infanzia.
Verranno utilizzate 4.391 aule informatiche che dovranno accogliere 73.532 candidati; per ciascuno di loro una postazione informatica e in ogni aula un paio di postazioni di riserva: vi saranno circa 78 mila computer impegnati.
Vi saranno 8.782 addetti alla sorveglianza e all’assistenza (due per aula) 4.391 responsabili tecnici d’aula per complessive 13.173 persone impegnate.
A tutto questo c’è aggiungere che dovrà essere assicurata, secondo una nota del ministero dell’istruzione, anche “al fine della messa in sicurezza delle postazioni informatizzate, la più completa vigilanza da parte delle Forze dell’Ordine su tutte le scuole nelle quali si svolgono le prove, contattando il Prefetto ed il Questore competente”. Grosso modo dovranno essere dispiegati circa 4 mila presidi di forze dell’ordine in ciascuno dei due giorni.
Questi dati sono per certi aspetti impressionanti e danno la misura dell’incredibile sforzo organizzativo dell’Amministrazione scolastica a tutti i livelli, centrale e territoriale.
Ma ci sia consentita, comunque, una domanda, anzi due.
Visto che i concorsi di primaria e infanzia sono stati collocati alla fine di tutte le procedure concorsuali, perché non prevedere prioritariamente ad aprile la prova preselettiva che, oltre a comportare correzioni veloci, avrebbe ridotto (in base alla regola che prevede l’ammissione di candidati non superiore a quattro volte il numero dei posti a concorso) di circa 5 mila unità il numero dei candidati per la primaria e di altre 46 mila circa quelli dell’infanzia?
Inoltre, il costo organizzativo e finanziario del computer based vale la candela rispetto alla forma concorsuale sperimentata nel 2012 senza computer?
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