Tempo pieno: a Sud fatica a incontrare il gradimento delle famiglie

“Il tempo pieno favorisce un migliore equilibrio tra vita privata e impegni lavorativi delle famiglie, sostiene il successo formativo e contrasta le diseguaglianze educative. Crea le premesse indispensabili perla estensione del tempo scuola. Con questo provvedimento proseguiamo con decisione il nostro impegno, rafforzando quanto già avviato con i programmi Agenda Sud e Agenda Nord, per colmare i divari territoriali, soprattutto nel Mezzogiorno. Vogliamo che ogni studente trovi nella scuola un luogo di crescita e socialità”, ha dichiarato il Ministro Valditara nell’annunciare un nuovo finanziamento di 83 milioni di euro per la realizzazione e messa in sicurezza delle mense scolastiche funzionali al potenziamento e all’estensione del tempo pieno nella scuola primaria. Ancora una volta, la maggior parte del finanziamento (due terzi) verrà destinata ai comuni meridionali a conferma dell’obiettivo generale di colmare il divario territoriale esistente. Si tratta di un obiettivo pienamente condivisibile che, tuttavia, non chiarisce o forse trascura un interrogativo di fondo: il tempo pieno nella scuola primaria è fortemente voluto in quei territori a cui sono destinate cospicue risorse finanziarie? Quando i progetti finanziati verranno attuati, attireranno molti iscritti al tempo pieno?

Una risposta a questo interrogativo non banale ci può venire dai dati ufficiali del Portale unico del Ministero, aggiornati all’anno scolastico 2023-24, comparando per il tempo pieno le situazioni dell’offerta (le classi attivate) con quelle della domanda (gli alunni iscritti). Secondo le normali leggi di mercato, quando per un prodotto o per un servizio si registra un sensibile gradimento o una diffusa richiesta la domanda prevale sull’offerta; vice- versa, se la richiesta o il gradimento sono contenuti, l’offerta prevale sulla domanda. Applicando questa regola al tempo pieno, è possibile verificare se la domanda, cioè gli alunni iscritti a questa tipologia di tempo scuola, prevale o meno sull’offerta, cioè sulle classi organizzate a tempo pieno. Non potendo mettere a confronto valori numerici diversi per loro natura (alunni e classi), ci si può basare, invece, sui valori percentuali.

Un paio di esempi per capire. Nell’anno scolastico 2023-24 nella scuola primaria della Liguria hanno funzionato 2.731 classi, di cui 1.413 organizzate a tempo pieno. Pertanto, l’offerta di tempo pieno, costituita da quelle 1.413 classi, è stata superiore alla metà delle classi attivate, per una percentuale pari al 51,7%. In tutte le classi della scuola primaria ligure sono stati accolti 49.331 alunni, di cui 27.789 nelle classi organizzate a tempo pieno, pari al 56,3% di tutti gli alunni della scuola primaria ligure. Il tempo pieno in Liguria registra, quindi, un’offerta (le classi) pari al 51,7%, a fronte di una domanda (gli alunni) pari al 56,3%. Si può, dunque, ritenere che in Liguria prevale la domanda di tempo pieno rispetto all’offerta. La controprova è data dal confronto sul numero medio di alunni per classe. Nelle scuole primarie liguri sono stati 21.542 gli alunni iscritti nelle 1.318 classi funzionanti a orario normale, per una media di 16 alunni per classe. Gli alunni iscritti a tempo pieno son stati 27.789, inseriti in 1.413 classi, per una media di 20 alunni per classe. Il maggior numero medio di alunni per classe nel tempo pieno conferma il prevalente gradimento e la scelta del tempo pieno rispetto al tempo normale.

Per conoscere a fondo la situazione delle singole regioni italiane e verificare se e dove prevale la domanda di tempo pieno sull’offerta, le percentuali di domanda/alunni sono state messe a confronto con la corrispondente percentuale di offerta/classi, con i risultati riportati in tabella, in ordine decrescente per prevalenza della domanda sull’offerta. Come si può constatare, quasi tutte le regioni del Mezzogiorno, con esclusione soltanto di Abruzzo e Sardegna, registrano domande in percentuale inferiori all’offerta. La sintesi per aree vede il Sud e le Isole in termini percentuali negativi per quanto riguarda la domanda rispetto all’offerta.

Questo è solo un estratto dell’articolo presente nel numero 653 di Tuttoscuola.
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Chi è l’autore?
Sergio Govi
Autore di Tuttoscuola ed esperto di normativa scolastica.

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