Valditara: rilanciare la cultura del lavoro per contrastare la ‘decrescita felice’

Con toni che hanno in qualche misura ricordato quelli utilizzati da Daniela Santanchè nella sua autodifesa alla Camera, in polemica con i partiti della sinistra che ne chiedevano le dimissioni da ministro del Turismo (“voi non volete combattere la povertà, volete combattere la ricchezza”), il ministro Giuseppe Valditara, intervenendo a Roma al congresso della Unsic (Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori) “Sfide e opportunità dell’impresa moderna”, ha ricordato che “abbiamo vissuto tempi in cui si è parlato di decrescita felice”, ma “io sono per la crescita felice: la ricchezza si diffonde combattendo la povertà e instillando nei giovani la voglia di lavorare, creare prosperità e benessere, condividere un percorso di libertà”.

Per questo, ha spiegato a una platea composta in prevalenza da piccoli imprenditori agricoli e artigiani, in un discorso ripreso dall’ANSA, “ho fortemente voluto che nelle linee guida dell’educazione civica venissero affrontati i valori costituzionali a 360 gradi, a partire dall’articolo 41 che riconosce e valorizza l’iniziativa economica privata”.

E poi, forse incoraggiato dalla positiva accoglienza riservata dal pubblico alle sue parole, Valditara si è spinto a esaltare “la bellezza dei manufatti, del lavoro e dell’impresa”, che  “devono essere portati a conoscenza sin dalle elementari: ho immaginato quanto sarebbe bello fare conoscere ad un bimbo di 7-8 anni il lavoro di un artigiano, toccare con mano quella straordinaria creatività, quell’opera dell’ingegno, frutto della fatica e del lavoro in una società in cui i giovani, talvolta, mettono la fatica e l’impegno come qualcosa da cui rifuggire; non li abbiamo abituati alla fatica, alle sfide della vita, tutto sembra dovuto e scontato”.

È in questo contesto di rivalutazione del lavoro anche artigianale (un’idea sostenuta e praticata peraltro nel secolo scorso anche da un caposcuola della pedagogia progressista come il maestro Mario Lodi) che il ministro, concludendo il suo intervento, ha collocato anche il percorso che lo ha portato alla riforma dell’istruzione tecnico professionale. 

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