Valutazione in itinere senza voti nel solco della scuola democratica, un fenomeno sempre più diffuso

C’ è un dato di fatto nella scuola italiana: un numero crescente d’insegnanti valuta in itinere senza voti. Sempre più docenti scelgono di spiegare i punti di forza e i punti di debolezza che emergono da una prova senza riassumere quella spiegazione con un numero o con un giudizio sintetico. Sempre più docenti, consapevoli della funzione formativa della valutazione in itinere, aggiungono a quella spiegazione dei suggerimenti in vista delle prove future, per far sì che i punti di forza si consolidino e i punti di debolezza si rafforzino.

Sempre più docenti, consapevoli della funzione sommativa della valutazione numerica, hanno compreso che i voti sono solo delle sintesi che la normativa impone di formulare alla fine del quadrimestre, dopo un congruo numero di prove. Non solo. Sempre più docenti chiedono a chi svolge una prova di autovalutarsi e confrontano quella valutazione con la propria. In questo modo fanno della comunicazione un elemento sistematico della didattica, dando un valore pedagogico – mi piace pensare – a quello che Luce Irigaray chiama «incrocio di due ascolti».

Sempre più docenti concepiscono la valutazione come un’opportunità per aggiornare la propria didattica: rimodulandola, se necessario, in relazione al contesto nel quale lavorano. Sempre più docenti usano i riscontri descrittivi come strumento di inclusione e si accorgono che facendo questo contribuiscono di più e meglio alla costruzione di una scuola realmente democratica. Gli articoli di questo dossier descrivono le esperienze di chi attua questa modalità valutativa nella scuola dell’infanzia, nella primaria, nella secondaria di primo e di secondo grado. Esperienze certamente individuali, circoscritte, che tuttavia esemplificano riflessioni e prassi sempre più diffuse.

Le autrici e l’autore degli articoli fanno parte – come chi scrive – dei Coordinamenti per la Valutazione Educativa (CVE), gruppi di docenti che il 19 ottobre 2024 si sono incontrati presso il Dipartimento di Scienze della Formazione di Roma Tre per la seconda edizione di “Learning by Deweing”. L’evento, incentrato su laboratori formati e gestiti da insegnanti, è stato introdotto dalla relazione di Giordana Szpunar su “Democrazia, valutazione, sperimentazione: la lezione di John Dewey”, a riprova dello stretto legame, anche sulla valutazione, tra scuola e università. Chi valuta in itinere senza voti infatti sa bene di non aver inventato nulla, o quasi. Sa che le metodologie che attua affondano le radici nella ricerca accademica e nel lavoro di donne e uomini che dal secondo dopoguerra hanno cercato di realizzare la scuola della Costituzione. Eppure democratica, la scuola, non lo è ancora, quanto meno non ovunque.

In troppi contesti, scrive Vanessa Roghi, siamo ancora lontani dalla scuola ideata dalle madri e dai padri costituenti. Realizzarla è possibile, ma bisogna ripartire proprio dalla Costituzione e dalla normativa che ha cercato di applicarla. Dalla scuola media unica ai decreti delegati, dall’abolizione delle classi differenziali allo Statuto delle studentesse e degli studenti, dalla legge 170 alle Indicazioni Nazionali, il parlamento italiano ha recepito e tradotto in leggi le grida, spesso di dolore, di chi ha chiesto anche alla scuola di cambiare la società. E se è vero che molto va fatto al di fuori degli istituti scolastici, con politiche a sostegno di chi parte con uno svantaggio (economico, sociale, culturale, familiare, personale), è pur vero che la scuola può e deve fare la sua parte.

Questo è solo un estratto dell’articolo presente all’interno del numero 647 di Tuttoscuola.
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Chi è l’autore 
Giulio Iraci
Docente di scuola superiore di secondo grado e autore di Tuttoscuola

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In primo piano nel numero di dicembre analizziamo i risultati del rapporto TIMMS sullo studio della Matematica e delle Scienze, ma non solo. Sfogliandolo potrai approfondire anche questioni inerenti alla gestione del sostegno e al connubio tra orientamento e intelligenza artificiale. Da non perdere il dossier de La Scuola che Sogniamo dedicato alla valutazione educativa e gli approfondimenti relativi alla didattica firmati da Franca Da Re e Italo Fiorin. Franco Lorenzoni ha invece scritto, nella sua rubrica “Controvento”, un interessante articolo dal titolo “Gli innumerevoli stimoli che può offrire un’immagine ferma”, mentre Vinigio Ongini ha parlato dell’importanza delle somiglianze. Immancabile l’appuntamento con l’angolo del DSGA, questo mese dedicato agli adempimenti amministrativi e alla pubblicità legale.

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