
Matematica ‘bestia nera’ per via dei docenti che la insegnano male. Valditara: ‘Non è imparare a memoria formule’

Matematica, la materia ostica per eccellenza di generazioni e generazioni di studenti. La colpa? Del sistema scolastico e di insegnanti troppo nozionistici. E’ quanto emerso dal convegno organizzato a Roma dall’Accademia dei Lincei sull’insegnamento proprio della matematica. “La matematica non è imparare a memoria delle formule, ma capire come applicarle e l’astrazione nasce più facilmente se lo studente parte da problemi concreti. Solo così si vince la sfida e si riescono ad appassionare i giovani”. Così il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara. L’evento è stato l’occasione, per la comunità dei matematici e per tutte le figure che operano nella scuola, di confrontarsi più da vicino, affrontando questioni fondamentali come “la grave carenza di laureati in discipline Stem e quella di competenze di base per chi esce dalla scuola dell’obbligo“, come ha commentato Alberto Tesei, presidente della Fondazione “I Lincei per la Scuola”. “Spesso i ragazzi sviluppano una vera avversione per la matematica e per il pensiero scientifico – ha aggiunto – cosa che li penalizza nel loro ruolo di cittadini“. In questa avversione per la matematica, che tanti ragazzi definiscono oscura, troppo astratta e inutile al di fuori della scuola, giocano un ruolo cruciale il sistema scolastico e gli insegnanti, dal momento che alcune delle pratiche didattiche più diffuse sono poi quelle più problematiche.
All’evento ha partecipato anche il Nobel Giorgio Parisi, vicepresidente dell’Accademia dei Lincei: “Bisogna investire tante risorse e tante persone sulla realizzazione e l’ammodernamento dei laboratori scientifici, dalle scuole elementari fino alle superiori. Lo scopo primario dell’insegnamento deve essere preparare i cittadini del futuro, cittadini che vedranno il 22esimo secolo – ha detto ancora Parisi -. Dobbiamo dargli gli strumenti per capire quello che succede intorno a loro, prendere scelte consapevoli, rendersi conto dei problemi della società, che sono sempre più intrecciati a temi scientifici. La cosa più terribile che può capitare nella società è la sfiducia nella scienza e l’unico antidoto è far capire agli studenti come funziona”. “La matematica è come una lingua straniera ma, a differenza di qualsiasi lingua, non possiamo impararla fin dai primi mesi di vita – ha aggiunto il presidente dell’Accademia dei Lincei, Roberto Antonelli -. Richiede un impegno particolare, basato sulla capacità logica. Sarebbe sbagliato ridurne l’insegnamento ad una mera trasmissione di nozioni”.
Molto severo è stato il giudizio di Rosetta Zan, dell’Associazione italiana di ricerca in didattica della matematica, verso chi definisce la matematica una materia oscura, astratta e inutile al di fuori della scuola, oltre che piena di regole da imparare a memoria. È un modo di interpretare la matematica “in maniera procedurale e non concettuale: c’è una rinuncia a ragionare e l’utilità della matematica viene identificata solo con l’immediata spendibilità delle conoscenze apprese“, ha spiegato Zan. “Spesso anche la valutazione della matematica avviene in modo riduttivo e va a condizionare l’attività didattica, semplificando troppo la complessità che richiede questa materia”.
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