L’incognita delle imprese nel decreto dell’alternanza scuola-lavoro/2

Una delle chiavi di volta del nuovo sistema di alternanza sono certamente le convenzioni che gli istituti possono stipulare con le imprese, del settore pubblico e privato comprese quelle dei servizi, disponibili ad accogliere gli studenti per periodi di apprendimento in situazione lavorativa.
C’è però un punto debole del nuovo sistema che potrebbe attenuare l’esito qualitativo di questa nuova esperienza, ridimensionando anche le aspettative della Confindustria: gli incentivi alle imprese. Non viene infatti prevista per loro alcuna misura esplicita di sostegno (contributiva, fiscale, ecc.). Se è vero che dagli esiti finali dell’alternanza il mondo dell’impresa nel suo complesso potrebbe ricavare vantaggi, i singoli imprenditori invece potrebbero non gradire responsabilità e aggravi organizzativi per accogliere gli studenti, oppure farlo con noncuranza.
Un’attenzione per loro espressa direttamente con riconoscimenti di varia natura (ma sarebbe un nuovo costo per la riforma) potrebbe facilitare, almeno nella fase di rodaggio dei primi anni, l’alternanza scuola-lavoro voluta dal ministro Moratti.