
Devolution in arrivo. Che cosa cambia per la scuola/2
Da questo punto di vista il testo della “devolution” sembrerebbe venire incontro all’esigenza di una più lineare, e non gerarchica, ripartizione delle competenze tra lo Stato e le Regioni: le norme generali, i livelli essenziali di prestazione, la quota nazionale dei programmi, gli standard e la valutazione di sistema resterebbero assegnate al livello nazionale per entrambi i sistemi – quello dell’istruzione e quelle dell’istruzione e formazione professionale – mentre l’organizzazione dell’offerta sul territorio e la quota dei programmi di interesse regionale rientrerebbero per entrambi i sistemi nella competenza delle Regioni.
Va considerato che il ridisegno delle competenze – già possibile nel quadro del decentramento non solo amministrativo, ma anche politico, contenuto nella riforma del titolo V della Costituzione – ha ricevuto una forte spinta anche dalla decisione n.13/2004 della Corte Costituzionale che ha affermato la competenza regionale nella programmazione scolastica, nella gestione dei relativi aspetti finanziari, nella distribuzione del personale tra le istituzioni scolastiche, nella gestione amministrativa del servizio.
In questo nuovo scenario potrebbe essere rimossa la disparità tra il sistema dei licei e l’area dei percorsi professionali che sembrerebbe essere prefigurata dalla legge n. 53: un’area che nell’attuale quadro costituzionale erroneamente viene riferita alla ex formazione professionale regionale, determinando insofferenza e aperta diffidenza da parte degli istituti tecnici e professionali.
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