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Buttiglione: ‘riforma Moratti da ritoccare’

“Sulla riforma Moratti occorrono alcuni interventi di aggiustamento che contiamo di poter introdurre con la collaborazione del ministro”. E’ quanto ha affermato Rocco Buttiglione, ministro delle Politiche comunitarie e presidente dell’Udc, intervistato da Tuttoscuola, giovedì 4 a Roma, durante la presentazione degli ultimi due numeri dei “Quaderni di Thesmos” su Europa, Convenzione e allargamento.

Proprio a pochi giorni dall’entrata in vigore del primo decreto attuativo della legge 53/2003, un membro autorevole della maggioranza rimette in discussione i criteri per l’applicazione della riforma. “In linea di principio la riforma va bene”, dice Buttiglione, lasciando intendere che sull’attuazione la partita è ancora aperta e la Moratti non ha carta bianca.

Del resto già in occasione dell’approvazione definitiva in Consiglio dei ministri del primo decreto, a fine gennaio, l’Udc aveva richiesto precise garanzie, che risulta siano state addirittura messe a verbale. Gli “aggiustamenti” ai quali fa riferimento il presidente dell’Udc potrebbero riguardare: il tempo pieno, la contitolarità, i compiti dei diversi docenti all’interno del team, e soprattutto il destino delle “Indicazioni nazionali”, predisposte con la consulenza del prof. Bertagna, ma non gradite all’Udc e ad An, che ne hanno chiesto, in sostanza, l’accantonamento a partire dal 2005, o almeno una profonda revisione.

Sulla vicenda della scuola elementare di Agliè, il cui dirigente scolastico ha deciso di non consentire al vescovo di Ivrea di visitare la scuola in orario di lezione, Buttiglione dichiara: “E’ un’assurdità. Chi viene in Italia non è obbligato a diventare cattolico; perché dovrebbe sentirsi offeso dall’incontro con un vescovo?”.

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