‘La scuola cambia così’. Ma nel frattempo….
Ma nel frattempo la scuola era cambiata ancora. Chissà perché, proprio nel pieno delle polemiche tra maggioranza e opposizione, qualcuno al Miur ha deciso di far uscire, allegato a pubblicazioni a vasta tiratura, come “Gioia”, “Io Donna” del Corriere della Sera del 14 febbraio scorso e il “Venerdì” di Repubblica del 27 febbraio scorso, non il testo definitivo del decreto legislativo sul primo ciclo, ma quello precedente, approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri il 12 settembre 2003, ed integrato (pag. 34 del libretto) con le modifiche apportate in sede di conferenza unificata Stato-Regioni (che sia un motivo per il quale il testo è stato blindato dal governo nella discussione di merito davanti alle Commissioni parlamentare?).
Eh sì, la pubblicazione è stata chiusa in redazione il 10 dicembre 2003, come si apprende da una nota di corpo piccolissimo che compare nel risvolto di copertina dell’elegante opuscolo bianco e verde. Bello ma superato.
Proprio non era possibile pubblicare il testo aggiornato, frutto fra l’altro di faticose mediazioni politiche, che vengono in questo modo ignorate?
E poi certe scelte prestano il fianco all’accusa che si voglia guidare gli orientamenti delle persone attraverso l’informazione, scommettendo sull’innovazione prima che si concretizzi in programmi definiti e fattibili. Ma ne vale la pena?
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