Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

Crocifisso di Ofena: come ci vedono gli inglesi

La vicenda ha aspetti farseschi, ma può essere vista come un caso di studio per un Paese di tradizione cattolica che cerca di fare i conti con le realtà nuove dell’immigrazione extracomunitaria e del multiculturalismo“.
Così descrive la vicenda del crocifisso di Ofena il supplemento educativo settimanale del “Times” nel suo ultimo numero (www.tes.co.uk). A parte l’ironia con la quale si parla della “saga di Ofena“, compaiono nell’articolo gravi errori: l’autoreferenziale Adel Smith viene presentato come “leader della comunità islamica italiana, forte di 700.000 aderenti“, e si riferisce che il dirigente della scuola di Ofena aveva in un primo momento rimosso il crocifisso, per poi rapidamente riappenderlo, a seguito delle proteste degli altri genitori.
Insomma, una ricostruzione fantasiosa, all’insegna di un modo un po’ stereotipato – tra ironico e folkloristico – di vedere le cose italiane, purtroppo non infrequente nella stampa inglese. Che però, in questo caso, ci dà almeno un’informazione nuova: il cittadino italiano Adel Smith deve il suo cognome ad un antenato scozzese. Si noti, “scozzese“, non “inglese“, fa rimarcare il molto inglese corrispondente del “Times“.

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