Vittorio e Giuseppe: dialogare con Letizia

A dire solo no, e a dirlo con motivazioni sbagliate, si resta isolati e si perde credibilità“. Così si conclude un articolo di Vittorio Campione, già capo della segreteria del ministro Berlinguer, che il quotidiano “Il Riformista” di giovedì 12 pubblica assieme ad un secondo articolo, a firma di Giuseppe Bertagna, progettista principe della riforma Moratti.

In comune i due articoli hanno l’appello “alle forze autenticamente riformiste, che com’è noto, sono trasversali agli schieramenti politici” (Bertagna) e possono costruire “un rapporto virtuoso tra quanti, in modo trasversale, sono interessati ad un miglioramento del nostro sistema educativo” (Campione). Ancora in comune, ma su versanti opposti, i due protagonisti del dialogo hanno gli avversari interni: movimentisti e girotondini per Vittorio, neoconservatori e gattopardi per Giuseppe.

Ma su quali punti specifici si articola questa ricerca di trasversalità condivise? Il più importante è certamente quello che riguarda la “pari dignità” dei percorsi liceali e professionali, che va costruita e garantita vincendo pregiudizi di segno contrapposto, che porterebbero comunque all’immobilismo. Un secondo terreno di ricerca è quello dell’autonomia delle scuole, da difendere contro le opposte tentazioni del neocentralismo e della frammentazione localistica. Una terza linea di dialogo sembra riguardare il capitolo delle risorse, che la riforma richiede, ma che il ministro Tremonti invece nega alla collega di governo Moratti.

Intanto i decreti attuativi della riforma non arrivano, e la situazione appare vicina allo stallo. Ma il tempo perso può perfino diventare una risorsa a sostegno del processo di consolidamento del dialogo tra i soggetti politici, istituzionali, le rappresentanze sociali e la scuola. Insomma, via al dialogo, con Letizia.