Accordo quadro Stato-Regioni: una settimana cruciale

Suspence fino al 18 giugno (almeno). Un gruppo misto tecnico Stato-Regioni sta cercando di sbrogliare la matassa creatasi con la soppressione della legge n. 9/1999 sull’obbligo scolastico, che ha rimesso sul mercato della scelta tra canale scolastico e canale professionale alcune decine di migliaia di studenti quattordicenni che in base alla legge soppressa avrebbero dovuto iscriversi alle scuole, e che con la riforma Moratti potranno invece frequentare anche i corsi della formazione professionale regionale o corsi integrati, avviati sperimentalmente in alcune regioni. Ma sulle ipotesi di accordo i sindacati confederali hanno chiesto e ottenuto di essere consultati. Appuntamento al 18, dunque.

Il problema è quello del riconoscimento della qualifica che sarà rilasciata al termine dei percorsi professionali triennali. Nessun problema ci sarà per gli studenti che si iscriveranno agli Istituti professionali di Stato: alla fine del triennio di qualifica essi conseguiranno un diploma che continuerà ad essere riconosciuto a livello nazionale, come in passato.

Per gli studenti che sceglieranno i corsi professionali o quelli integrati si pone invece un problema di individuazione preventiva degli standard nazionali e delle relative modalità di certificazione. Il problema dovrà essere risolto con un apposito decreto legislativo, che non potrà però in alcun caso essere operativo per il prossimo settembre 2003. Ecco perché Stato, Regioni e sindacati stanno cercando una soluzione-ponte. Potrebbe infatti non bastare l’affermazione di principio, contenuta nella legge n. 53/2003, che quantifica in 12 anni il diritto-dovere di frequentare il sistema di istruzione e formazione. In mancanza di strumenti normativi che regolino la materia, l’eventuale evasione del nuovo obbligo potrebbe avvenire senza conseguenze.