Riforma/2: incontro ministro-sindacati. Dialogo tra sordi?
Secondo le regole dei buoni rapporti, quell’incontro avrebbe potuto essere fissato molto prima, ma tant’è. E visto che per il momento all’interno della maggioranza si è ancora alla ricerca di un’intesa per un testo condiviso, tanto vale – deve essersi detta il ministro Moratti – utilizzare la pausa di riflessione politica (il ministro è alla ricerca di un accordo con Tremonti e con l’Udc) per recuperare una buona relazione sindacale. Si tratta di un “meglio tardi che mai” che potrebbe dare risultati positivi, a condizione che non abbia il significato di una pura formalità.
Tutto dipenderà dagli atteggiamenti dei soggetti che siederanno all’incontro, a cominciare dallo stesso ministro che dovrà mostrare di essere disposta a non considerare immodificabile il testo del decreto: finora alle dichiarazioni di ascolto e dialogo rese dal ministro non è seguita la disponibilità alla mediazione e allo scambio. Anche i sindacati (o alcuni di loro) dovranno lasciare cadere le pregiudiziali sulla riforma e rendersi disponibili a presentare proposte costruttive.
Un dialogo tra sordi non comprometterebbe l’iter del decreto, ma renderebbe certamente problematica l’attuazione della riforma: la partecipazione e la condivisione degli insegnanti coinvolti sono condizioni imprescindibili per la riuscita del progetto. E questo lo sanno tutti.
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