Censis: più costi con trasferimento competenze ai comuni

Secondo uno studio realizzato dal Censis, intitolato ‘Rileggere i territori per dare identità e governo all’area vasta’, il trasferimento delle competenze dalle province ai comuni comporterebbe la   moltiplicazione dei soggetti di gestione: per quanto riguarda l’edilizia scolastica si passerebbe infatti da 107 province, che si occupano degli edifici ospitanti le 7.036 scuole superiori (65 per provincia), a 1.484 comuni, che interverrebbero nella gestione di 4,7 scuole in media per ciascuno di essi.

Lo studio è stato presentato oggi dall’Upi (Unione delle province italiane) nel corso di un incontro con la stampa, a cui ha preso parte anche il direttore generale dell’Istituto di ricerca Giuseppe Roma. Secondo i dati del Censis al momento solo il 18,3% dei comuni italiani ha sul suo territorio almeno una delle 7.036 scuole superiori italiane (ubicate in circa cinquemila edifici scolastici). Quindi, si osserva, “ogni comune sede di edifici scolastici superiori dovrebbe realizzare accordi gestionali con tutti i comuni (in media circa dieci) per l’accesso dei propri studenti alla scuola superiore”.

Insomma, almeno per quanto riguarda le scuole, ci sarebbero più svantaggi (la moltiplicazione dei soggetti gestionali con relative complicazioni e costi) che vantaggi (il risparmio derivante dalla soppressione delle Province).