Attuazione della riforma: è partito il conto alla rovescia

La riforma è legge dello Stato. Porta il n. 53 del 28 marzo 2003. Dal 17 aprile prossimo entrerà in vigore a tutti gli effetti, dopo i canonici 15 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e da quella data comincerà il conteggio dei 24 mesi per emanare tutti i decreti delegati di attuazione e i 90 giorni di tempo per predisporre il piano programmatico finanziario per il sostegno dei costi della riforma (15 miliardi di euro in un quinquennio?).
Dal 17 aprile comincerà anche la corsa contro il tempo per varare il decreto delegato che dovrebbe consentire di avviare la riforma dal prossimo settembre nelle prime e seconde classi di elementare.
Lo schema di decreto, predisposto dal ministro Moratti, dovrà essere approvato dal Consiglio dei Ministri (primo rischio di stop da parte di qualche esponente della maggioranza che potrebbe chiedere modifiche che recuperino i mancati emendamenti al testo di riforma). Complice il periodo pasquale e delle festività successive (e delle campagna elettorale) potrebbe essere pronto per la fine di aprile, mese in cui i giorni utili sono veramente pochi.
Lo schema sarà poi inviato alla Conferenza unificata Stato-Regioni e alle Commissioni parlamentari, le quali avranno 60 giorni di tempo per esprimere il proprio parere (non vincolante, ma decisivo). E il passaggio nelle Commissioni presenta nuovamente e più concretamente il rischio di richieste di modifica da parte della maggioranza e dell’opposizione.
Esaurita la fase consultiva, il Miur predisporrà lo schema finale del decreto delegato e lo sottoporrà all’approvazione definitiva del Consiglio dei Ministri. Se non verranno bruciati i tempi, sarà già pieno mese di luglio o forse più. Potrà partire la riforma nelle prime classi elementari? Qualche dubbio c’è, anche se l’ordine impartito dal Ministro è di fare presto. L’alternativa non potrebbe che essere quella di una sperimentazione generalizzata nella scuola elementare secondo le norme stabilite dalla procedura vigente. Sarebbe una beffa, dopo la blindatura del testo di riforma imposta dal Governo alla Camera.