Il flop delle STEM in attesa dei concorsi ordinari

È attesa a breve la ripresa dei concorsi nella nuova formula semplificata di una sola prova scritta con 100 quesiti a risposta multipla, seguita da una prova orale. Secondo la riforma dei concorsi, sono previste semplificazione e abbreviazione dei tempi. L’augurio e la speranza è che la semplificazione della prova scritta strutturata su quesiti a risposta multipla non vada a discapito della rilevazione delle competenze dei candidati.

La semplificazione è indubbiamente funzionale all’abbreviazione dei tempi di svolgimento delle prove per assicurare l’ambizioso obiettivo della cadenza biennale dei concorsi  della scuola previsto dalla riforma. Ma l’efficienza complessiva non deve mortificare l’efficacia dei risultati, cioè la selezione qualitativa dei candidati.

L’anticipazione della nuova riforma concorsuale è venuta quest’estate con lo stralcio delle discipline STEM dal concorso ordinario della secondaria.

Una decisione inattesa che a molti è sembrata anche un po’ improvvisata.

Si trattava comunque non solo di corrispondere ad alcuni obiettivi del PNRR per assicurare con effetto immediato la copertura delle corrispondenti cattedre a decorrere già dal 1° settembre 2021, ma anche di testare il nuovo modello concorsuale della selezione tramite quesiti (un modello che, a dire il vero, non ha mai avuto molti apprezzamenti). Come è andata?

Il primo obiettivo (la copertura immediata dei posti a concorso) è stato conseguito solo parzialmente (anche se la legge sostegni-bis ha previsto tempi supplementari di validazione delle graduatorie di merito a tutto il 30 ottobre p.v.).

Certamente almeno 800 posti rimarranno sicuramente vacanti per mancanza di vincitori, ma alla fine potrebbero essere ben di più, un migliaio circa dei 6.129 posti a concorso. Certamente al ministero dell’istruzione speravano in meglio.

Stem è anche banco di prova del concorso in generale.

A guardare il dato dei candidati che non hanno superato la prova scritta (mediamente l’87%) con punte del 96% per Fisica (classe di concorso A20) e del 91% per Matematica (classe di concorso A26), si può ritenere oggettivamente anomala la pesante selezione che, per di più, è stata anche causa della mancata copertura di tanti posti.

Se il concorso STEM serve da laboratorio per gli altri concorsi, c’è da ricercare con urgenza la causa della abnorme selezione, al fine di evitare la replica di eventuali errori di impostazione.

A giudizio di molti, l’eccessiva difficoltà dei quesiti è stato il fattore principale di tanta selezione.

C’è da chiedersi, dunque, per quale ragione il ministero abbia affidato la predisposizione dei quesiti alle università con il rischio, purtroppo verificato nei fatti, che non fossero adeguati alle competenze richieste agli insegnanti della scuola. Forse è mancata anche l’indicazione ministeriale sui livelli di competenza da valutare.

Se questa è verosimilmente la causa principale dell’esito insoddisfacente del banco di prova delle STEM, il ministero deve per tempo correre ai ripari per i concorsi imminenti.  Lo si saprà presto.

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