Quel pasticciaccio dei test preselettivi/1. Un parere autorevole

Il termine gaddiano di ‘pasticciaccio’ (Gadda aveva aggiunto ‘brutto’…) l’ha usato uno dei più autorevoli esperti internazionali di politiche scolastiche, Norberto Bottani, per definire il pacchetto di 5700 test a risposta multipla predisposto dal Miur in vista della prova di preselezione dei candidati a posti di dirigente scolastico che si svolgerà, salvo ulteriori intoppi o rinvii, il giorno 12 ottobre 2011.

Tuttoscuola ha pubblicato integralmente la requisitoria di Bottani, intitolata Non si scherza coi questionari che si può leggere sul nostro sito e che muove ai quesiti – oltre a rilievi su imprecisioni ed errori, avanzati anche da altre organizzazioni ed esperti (ADi, Anp, Andis, sindacati) – una obiezione che ci sembra di fondamentale rilevanza: quella sul carattere ‘opinabile’ di alcuni dei quesiti stessi. “Con domande opinabili”, osserva, “la risposta giusta è pure opinabile, ma se si ritiene giusta una sola ‘opinione’ si slitta verso una valutazione normativa che mira a identificare la conformità di pensiero con una dottrina precostituita”.

Esempi: il quesito 53 della quinta Area: “Quale definizione di cultura, tra le seguenti, è oggi maggiormente condivisa all’interno delle scienze sociali?” (tema assai controverso); il quesito 72, sempre della quinta Area, che dà per esatta l’assai discutibile risposta ‘L’istruzione costituisce un effettivo canale di mobilità sociale’ alla domanda “Secondo le ricerche empiriche disponibili, che rapporto esiste in Italia tra livello di istruzione raggiunto e possibilità di mobilità sociale?” Terzo esempio, il quesito 75 della quinta area: “La televisione, nei paesi sviluppati, è diventata la seconda attività, dopo il sonno, per impegno temporale, dei giovani. Quali implicazioni per la scuola”. Secondo l’esperto è impossibile rispondere perché le quattro risposte riflettono punti di vista diversi, tutti opinabili, e non esiste una risposta che escluda tutte le altre. “Per non parlare del fatto che il mondo oggi è complessivamente modellato dalle TIC e che le giovani generazioni fanno un uso sempre maggiore di internet rispetto alla TV”.