Il dovere degli insegnanti prima del diritto allo sciopero. In Gran Bretagna

È questo, più o meno, il senso del commento fatto da un intransigente ministro dell’istruzione alla vigilia dello sciopero, previsto per giovedì, cui dovrebbero aderire almeno 100mila insegnanti britannici e 750mila dipendenti del pubblico impiego.

I nodi della questione riguardano l’aumento dell’età pensionabile per i lavoratori del settore pubblico, l’aumento dei contributi pagati dai lavoratori e il collegamento dell’incremento delle pensioni al costo della vita invece che all’andamento mensile dei prezzi

La proclamazione dello sciopero non è proprio andata giù al ministro dell’istruzione Michael Gove, che intende boicottarlo invitando le famiglie a portare in ogni caso i figli a scuola e a far lezione loro stessi, in mancanza degli insegnanti.

Tale affermazione è stata da più parti criticata.

Alcuni tra gli osservatori più critici ritengono lo sciopero addirittura controproducente, una scelta che finirà con il gettare cattiva luce sugli insegnanti, ritenuti eredi di una cultura dell’istruzione che ha abdicato da tempo al suo ruolo per lasciare a docenti sempre meno preparati mere funzioni di facilitatori, ma non di guide nel processo di apprendimento degli allievi.

I sindacati degli insegnanti, inoltre, sono accusati di aver ostacolato ogni utile riforma della scuola, coprendo anche i non rari episodi di manipolazione dei test, che regolarmente si verificano in occasione dello svolgimento delle prove nazionali di valutazione degli studenti

Il primo ministro Cameron è impegnato in queste ore perché i sindacati organizzatori facciano un passo indietro.