Livello di istruzione terziaria (30-34 anni)

L’Europa ha fissato al 40% la percentuale di giovani di età compresa tra i 30 e i 34 anni che abbiano conseguito un livello di istruzione elevato (parauniversitario, laurea triennale, laurea magistrale, specializzazione, master, ecc.) ISCED da 5 a 8.

Si tratta di un obiettivo strategico, funzionale anche allo sviluppo, all’imprenditorialità e alla efficacia della produzione.

Nel 2009 dieci dei 27 Paesi dell’Unione aveva già raggiunto quel traguardo, ma i giovani italiani non facevano parte di quel gruppo qualificato, perché erano attestati soltanto al 19%, nemmeno a metà del percorso per arrivare all’obiettivo. Dietro l’Italia c’erano soltanto altri tre Paesi.

La media generale UE in quel momento era del 31,1%, a circa 9 punti dall’obiettivo finale.

Nel 2019 hanno raggiunto e superato la percentuale del 40% 18 Paesi, ma l’Italia ancora una volta non è tra questi. Anzi, è regredita al penultimo posto seguita soltanto dalla Romania.

La percentuale conseguita è soltanto del 27,6%, lontana di 12,5 punti dall’obiettivo fissato.

Tutti i Paesi hanno migliorato sensibilmente i loro livelli, al punto che nel 2019 la media UE è arrivata al 40,3%, oltre l’obiettivo fissato.    

Hanno superato addirittura il 50% Cipro, Lituania, Lussemburgo, Irlanda, Svezia e Olanda.

Davanti all’Italia la Francia è al 47,5%, la Spagna al 44,7%, la Grecia al 43,1% e la Germania al 35,5%.

Il basso livello d’istruzione superiore dei nostri giovani si riflette pesantemente anche sul tasso di occupazione qualificata, attenuando il potenziale produttivo della nostra economia.

 È un altro campanello d’allarme suonato per noi dall’Europa. Per chi suona? Chi lo vuole ascoltare?