Settimana Sociale: l’istruzione fa la differenza, più attenzione a docenti e famiglie

La 46° Settimana sociale “ Cattolici nell’Italia di oggi. Un’agenda di speranza per il futuro del Paese”, conclusasi a Reggio Calabria lo scorso 17 ottobre, ha offerto l’occasione per riflettere e confrontarsi sulla presenza e sui compiti dei cattolici in un periodo difficile della vita del Paese e della comunità internazionale, non solo per motivi economici.

Dalla Settimana Sociale, ricca di impegni concreti, di progetti ampi ma circostanziati, di proposte alte ma rivolte all’intera società civile, l’invito a superare i punti di vista unilaterali, gli interessi parziali per ricondurli a un orizzonte più ampio, cattolico, cioè universale. A questo corrisponde la prospettiva, di per sé pienamente laica, del bene comune – ha sottolineato Savarone – “che non è riducibile a interessi parziali, neppure alla loro somma o al loro equilibrio”.

I temi trattati affollano l’attualità: dalla riforma fiscale alla legge elettorale, dal federalismo alla cittadinanza, dall’istruzione al lavoro, dalla famiglia ai giovani. L’argomento istruzione ha appassionato la discussione. Da tutti è stata riconosciuta la “funzione pubblica della scuola, sia statale che paritaria”, con un deciso appello ad un forte investimento formativo. Il sistema educativo va posto in grado di rispondere alle sfide che pone un mondo in continuo e rapido mutamento. Vanno riconosciuti e sostenuti con forza l’insostituibile ruolo dei docenti nel porsi come educatori, la crescita, la responsabilità e la maturità della famiglia, centro della vita affettiva e relazionale nonché luogo di trasmissione del patrimonio valoriale delle nuove generazioni.

Giuseppe Desideri, presidente dell’associazione professionale dei maestri cattolici, al termine dei lavori della Settimana sociale, ha dichiarato a Tuttoscuola  che “… è stato un bel confronto che fa bene alla scuola. I dati e le analisi emerse dalla Settimana impegnano fortemente l’Aimc ad assumere ulteriori concrete e più incisive azioni di formazione per valorizzare la professionalità dei docenti e dirigenti in servizio. E’ palese l’assenza di una politica di attenzione formativa nei confronti del personale della scuola per le questioni di carattere didattico, culturale, di sviluppo della professionalità docente e dirigenziale”.