
ADi. Proposte per la gestione delle classi per il 21° secolo
L’ADi, Associazione docenti italiani, nella sua newsletter di settembre, riserva una particolare attenzione al “viaggio” del milione di insegnanti, pellegrini verso santuari diversi, a cui ogni anno ritornano, praticando gli stessi riti, portando le stesse croci, cantilenando le stesse invocazioni.
Lo fa con una riflessione sul sistema di istruzione, dove “l’istruzione è rimasta immobile di fronte ai cambiamenti del 21° secolo, gli istituti scolastici sono inadeguati alle caratteristiche emergenti della società, la gestione delle classi è ancora ancorata al modello del 20° secolo, permangono resistenze ad acquisire i nuovi ruoli e modalità di insegnamento e di apprendimento indotti dalla società digitale“.
Riportiamo la riflessione dell’ADi sulla gestione delle classi.
La gestione delle classi tuttora imperante è rimasta quella del 20° secolo; a tutt’oggi sono organizzate attorno all’orario, centrate sull’insegnamento di elementi separati, risultante da un curricolo frammentato, guidate dal libro di testo, chiuse entro le 4 pareti dell’aula, fondate sul lavoro individuale degli studenti, con poca o nessuna libertà concessa agli studenti nell’organizzazione dei loro studi, con valutazioni basate sulla media dei voti, con basse aspettative rispetto alla possibilità che tutti riescano, con gli insegnanti soli giudici, senza che nessun altro esamini i compiti degli studenti, con nessun legame fra lo svolgimento del programma e gli interessi e le caratteristiche, le diversità dei singoli studenti che devono apprenderlo, con l’utilizzo della carta stampata come principale veicolo dell’informazione e della formazione.
I cambiamenti sociali imporrebbero invece, afferma l’ADi, che le classi del 21° secolo fossero organizzate attorno ai risultati attesi, non all’orario, centrate su ciò che gli studenti SANNO, POSSONO FARE e FARANNO quando di tutte le cose apprese i dettagli saranno stati dimenticati, guidate dalla ricerca, sostenute da una molteplicità di strumenti, non solo dal libro di testo, fondate sul lavoro collaborativo con i compagni e aperte al “mondo”: la classe globale impostate sull’apprendimento centrato sullo studente, organizzate per concedere grande libertà agli studenti nella gestione dei loro studi, fondate su un curricolo integrato e interdisciplinare, con valutazioni basate su ciò che è stato effettivamente appreso e può essere alla fine certificato, guidate da alte aspettative verso la possibilità che tutti possano apprendere, aperte a molte forme di valutazione: autovalutazione degli studenti, valutazione fra pari, valutazione autentica, discussione pubblica dei risultati, impostate sulla personalizzazione dell’apprendimento, che tenga conto della diversità degli studenti e colleghi il curricolo ai loro interessi, esperienze, talenti e al mondo reale, organizzate attorno a un’ampia e differenziata gamma di strumenti per l’apprendimento e la valutazione, impostate per l’apprendimento di competenze non solo disciplinari, nella convinzione che gli analfabeti del 21° secolo non saranno coloro che non sanno leggere e scrivere, ma coloro che non sapranno imparare, disimparare e ricominciare ad imparare (Alvin Toffler).
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