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50 anni fa in Ungheria: 2500 morti tra studenti lavoratori ed intellettuali

Si celebra il cinquantenario della rivolta di Budapest del 56. 20.000 manifestanti in piazza si radurono infatti a Budapest nel 1956, il 23 ottobre, mentre i carri armati dell’Urss prendevano la volta del Paese Magiaro. La repressione si concluse con la resa dell’10 novembre proclamata dal Consiglio dei lavoratori degli studenti e degli intellettuali in rivolta. Oggi, all’arrivo delle delegazioni straniere, ma soprattutto a quello del primo ministro ‘bugiardo’ Ferenc Gyurcsany, gli ungheresi hanno fatto risuonare dagli altoparlanti “musica rivoluzionarià a tutto volume, mentre al premier hanno riservato fischi e insulti.

Oltre una cinquantina le delegazioni straniere attese: molti i capi di stato e di governo, moltissimi i ministri degli esteri presenti o in arrivo per le celebrazioni principali. Al museo storico, è stata inaugurata una mostra permanente che illustra con foto e documenti i fatti di 50 anni fa. Sui viali del centro e nei luoghi più famosi della capitale, teatro dei più aspri combattimenti (Vicolo Corvin, Piazza Szena, il Lungo Danubio) ‘quadri viventi’, con attori in carne ossa e carri armati storici, camion, armi e costumi del tempo rievocano le tappe della rivolta. Alla basilica di Santo Stefano una messa ecumenica ha reso omaggio oggi agli eroi della rivoluzione repressa nel sangue dai carri armati sovietici mezzo secolo fa. Il presidente della repubblica Laszlo Solyom si è recato davanti al Politecnico, da dove partì il 23 ottobre 1956 la manifestazione degli studenti che innescò la rivolta, e poi in Parlamento dove ha consegnato alte onorificenze ai veterani, ex combattenti.

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