24 ottobre: sciopero per le pensioni

No alla cancellazione delle pensioni di anzianità e no ai 40 anni per la pensione: sono questi i due obiettivi dello sciopero proclamato per il 24 ottobre contro l’annunciata riforma delle pensioni.
Nell’autunno del 1994 scese in piazza un milione di lavoratori, pubblici e privati, contro l’ipotesi di riforma pensionistica del primo Governo Berlusconi. Fu quella la spinta decisiva verso la crisi di governo che la defezione della Lega rese definitiva.
Un anno dopo il governo Dini varò la riforma delle pensioni (legge 335/1995).
I contenuti del progetto di riforma del centro destra, già preparati da talune modifiche del primo Governo Amato e in buona misura ripresi, in toni soft dalla successiva riforma Dini, andavano a ridurre o annullare molti diritti dei dipendenti pubblici.
L’adesione a quello sciopero fu ampia.
Questa volta c’è in palio la previsione, tra cinque anni, di portare l’uscita dalla pensione a 40 anni di servizio, annullando l’attuale diritto a lasciare il servizio con 35 anni di servizio e 57 di età.
C’è anche l’incentivo di un bonus per chi rinuncia a lasciare in anticipo il servizio pur avendo raggiunto l’anzianità di 35 anni di contributi.
Si avrebbe diritto ad un aumento in busta paga di circa il 32,7%, stimato, per il personale scolastico statale, tra i 460 euro per i collaboratori scolastici e i 775 per i docenti delle superiori. Al mese.
Come contorno e sostegno allo sciopero non mancheranno altre motivazioni di più facile presa, come la questione del precariato e della riforma.