24 ore, l’ora della verità

Martedì 12 o mercoledì 13 novembre al massimo, il Governo dovrebbe presentare alla Camera un maxiemendamento per la legge di stabilità che quasi certamente comprenderà anche la soluzione alternativa all’aumento dell’orario di insegnamento a 24 ore settimanali dei professori.

Poi sul nuovo testo emendato dovrebbe essere posta la fiducia e, da quel momento, rien ne va plus e la disposizione dell’orario sarebbe definitiva: cancellata, confermata o modificata.

Per diversi giorni si sono succedute dichiarazioni di politici e di rappresentanti delle istituzioni che davano per certa la cancellazione di quella norma sull’orario, provocando anche ironici commenti sulla responsabilità tecnica e politica della proposta originaria o interrogativi sulla reale conclusione della vicenda (Di Menna della Uil Scuola ha parlato di gioco dell’oca).

Poi è arrivata la doccia fredda della commissione bilancio della Camera che, accertando la mancanza di copertura dell’emendamento abrogativo, ha concesso al Miur una proroga temporale (entro le 17 di domenica 11 novembre) per individuare la necessaria copertura finanziaria (non a carico di altri comparti, ha precisato il relatore).

Per salvare l’orario dei professori il Miur potrebbe chiedere sacrifici ad altri settori scolastici, riducendo finanziamenti o cancellandoli del tutto. Dove colpire? Chi sacrificare?

L’interrogativo accompagnerà ancora per alcune ore il mondo della scuola, lasciandolo in suspence fino a quando sarà reso pubblico il testo del maxiemendamento. Ormai non si può escludere nulla.