24 ore, anche l’Anp contro il governo

“Netto dissenso” da parte dell’Anp, l’associazione nazionale dirigenti e alte professionalità della scuola, “sulla strada seguita dal Governo per introdurre l’orario settimanale d’obbligo d’insegnamento di 24 ore dei docenti di scuola secondaria, a costo zero e a fronte di un aumento delle ferie”.

Aumento “peraltro solo simbolico, dato che risulterebbe fruibile unicamente in periodi nei quali già adesso i docenti sono di fatto liberi da impegni”.

E’ quanto si legge in una lettera inviata dal presidente dell’Anp, Giorgio Rembado, al ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo.

L’associazione, viene spiegato nel testo “non è pregiudizievolmente contraria ad un aumento dell’orario di esercizio della funzione docente, poiché ritiene – e non da adesso – che la piena attuazione dell’autonomia richieda l’introduzione dell’organico funzionale ed un aumento dell’impegno degli insegnanti”.

Ma è “innegabile il fatto che la piena attuazione dell’autonomia richieda un profilo di docente come professionista della formazione, dotato di competenze didattiche e disciplinari, ma anche relazionali ed organizzative”.

Infatti “il docente professionista della formazione ha un approccio centrato sulla didattica, sull’alunno e sulla costruzione dei saperi, ma deve padroneggiare anche aspetti tecnici quali la pianificazione, la progettazione, la differenziazione dell’insegnamento, la valutazione ed è poi attento alle diverse responsabilitaà del ruolo, incluse quelle verso la collettivitaà, i colleghi, le famiglie: questo dovrebbe essere il profilo professionale del docente, corresponsabile di servizi di qualità e di un’azione di scuola che opera in autonomia”.

Secondo l’Anp “l’esercizio dell’autonomia responsabile e l’attuazione delle riforme ordina mentali necessitano, invece, di una ri-motivazione culturale e professionale della categoria dei docenti, affinché diventino – in collaborazione con i dirigenti scolastici – protagonisti attivi e corresponsabili della qualità dell’offerta formativa e dei servizi erogati dalle scuole. Non è più rinviabile l’esigenza di una rifondazione del profilo e di una riqualificazione delle prestazioni professionali, che non derivano automaticamente da un aumento delle ore settimanali di lezione, ma che si inseriscono in una visione strategica dell’istruzione e della formazione come “motore” dell’innovazione e della crescita culturale, sociale ed economica del Paese”.

In conclusione, scrive Rembado, l’associazione “sollecita da parte del Parlamento un ripensamento complessivo delle disposizioni adottate nello specifico dal Governo per la scuola, al fine di ricondurre le esigenze del sistema di istruzione ad un quadro di compatibilità con le risorse necessarie adun’effettiva riqualificazione del servizio scolastico”.