2030: scuola ancora ‘statale’?

Come sarà la scuola italiana nel 2030? Uno studio dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali (Irpps) del Cnr, denominato “Il tempo è dalla nostra parte, scenari per l’Italia al 2030“, cerca di disegnare gli scenari futuri e le misure politiche adeguate per l’Italia tra 25 anni.

Tra i vari argomenti affrontati (la famiglia, la fecondità e i ruoli di genere, gli anziani) c’è anche l’istruzione per la quale, in verità, le previsioni di cambiamento non sono sconvolgenti: secondo la maggioranza degli esperti consultati, “anche qualora a livello governativo dovesse prevalere un sistema di federalismo più o meno spinto, l’istruzione dovrebbe rimanere sotto il controllo statale“, insieme al sistema sanitario.

Lo studio è stato condotto con la metodologia “Delfi”, come informa un comunicato del CNR (www.cnr.it), e consiste in una serie di “previsioni ricavate da un gruppo di esperti, tutti anonimi e mai in contatto diretto tra loro, provenienti dai mondi della cultura, della politica, dell’arte, dell’economia e dell’organizzazione sociale”.

Sarebbe interessante conoscere le argomentazioni sviluppate da questi esperti (meno importante è sapere chi sono), visto che essi sembrano orientarsi verso uno dei tre possibili scenari disegnati dall’OCSE in uno studio di qualche anno fa, riferito però al 2020: quello della conservazione inerziale e autodifensiva dei sistemi scolastici più o meno come sono ora. Altri esperti la pensano diversamente: gli altri due scenari dell’OCSE sono quello della descolarizzazione “mercatistica” e quello della ri-scolarizzazione centrata sull’uso massiccio delle nuove tecnologie e di internet, con forti interazioni pubblico-privato. Ecco perché si vorrebbe sapere qualcosa di più di questo interessante esercizio previsionale del CNR.