2012-2013: le sfide di Profumo

Il nuovo anno scolastico si aprirà, tra pochi giorni, con una grossa novità: la decisione del ministro Francesco Profumo di rompere gli indugi e di varcare il Rubicone del concorso a cattedre a distanza di 13 anni dall’ultimo, bandito nel 1999 da un Luigi Berlinguer all’apice della sua parabola ministeriale.

Dopo di allora nessun governo, né di destra né di sinistra, ha provato a farlo, a causa dei condizionamenti interni ed esterni alle coalizioni che premevano in favore della preventiva sistemazione dei ‘precari’, sempre più numerosi e organizzati.

Forse è proprio per il fatto di non dover tener conto dei condizionamenti politico-sindacali che il ministro tecnico di un governo tecnico come quello presieduto da Mario Monti ha potuto prendere una decisione come quella di bandire un concorso per titoli ed esami pochi mesi prima delle elezioni politiche, alle quali i tecnici non parteciperanno.

Ed è probabilmente per la stessa ragione, la ribadita neutralità del tecnico, che Profumo ha potuto implementare dal punto di vista amministrativo le riforme Gelmini della scuola e ancor più dell’università (anche qui: concorsi e valutazione), resistendo alle pressioni politiche e sindacali meglio di quanto un ministro politico, di destra o di sinistra, avrebbe potuto fare.

Se questa chiave di lettura dell’azione dell’attuale ministro è corretta dobbiamo aspettarci (e magari anche augurarci) che egli proceda con altrettanta determinazione su altre questioni aperte accumulatesi sul suo tavolo, dal rafforzamento del sistema nazionale di valutazione (Invalsi-Indire-Ispettorato) all’attuazione del Titolo V della Costituzione, dalla effettuazione dei TFA all’ammodernamento tecnologico delle attrezzature scolastiche e della didattica: tutti campi d’azione che un ministro tecnico può probabilmente affrontare più agevolmente di un politico, almeno nell’attuale contesto. Auguri.