18-24enni: uno su cinque si accontenta della licenza media (e meno)

Il dibattito e le polemiche sulla proposta del ritorno all’apprendistato precoce e alla modifica dell’obbligo di istruzione non può non richiamare l’attenzione sull’elevato numero di giovani che ancora oggi concludono precocemente il loro percorso scolastico e formativo, con competenze minime o inadeguate per entrare a pieno titolo nella società della conoscenza.

Dal rapporto del novembre scorso della Commissione europea sul percorso dei Paesi dell’Unione verso gli obiettivi di Lisbona (prorogati dal 2010 al 2020) emerge un quadro poco confortante dei nostri giovani circa gli abbandoni precoci.

Dalla rilevazione di Eurostat risulta infatti che nel 2008 la percentuale di 18-24enni con la sola licenza di I grado (o meno) e che non frequentano percorsi di istruzione/formazione è stata del 14,9% nella media dei Paesi UE (era quasi due punti in percentuale superiore nel 2000).

L’Italia ha fatto registrare una percentuale di abbandoni precoci del 19,7% (cioè quasi un giovane su cinque). Può consolare il fatto che nel 2000 la percentuale era ancora più alta: 25,1% (cioè abbandonava in anticipo qualsiasi percorso formativo un giovane ogni quattro).

Se si guarda, però, agli altri Paesi europei, ci si accorge che sono quasi tutti in situazione migliore della nostra. Peggio dell’Italia sono la Spagna, il Portogallo e Malta.

Per il 2020 la Commissione europea ha rideterminato l’obiettivo da raggiungere fissando la percentuale di abbandoni precoci dei 18-24enni al 10% al massimo.

Croazia, Polonia, Slovenia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Lituania e Finlandia hanno già raggiunto quell’obiettivo; molti altri Paesi sono prossimi a raggiungerlo. L’Italia è praticamente a metà strada. C’è ancora molto da fare per dimezzare quella percentuale poco confortante.