16 mila nuovi posti per i concorsi della secondaria, senza aumento del numero di cattedre

Tra gli emendamenti al decreto legge 22 dell’8 aprile scorso sulla scuola, in discussione nella commissione istruzione del Senato, ce n’è uno, proposto da alcuni senatori del PD, che prevede l’integrazione dei 24 mila posti del concorso straordinario con altri 20 mila posti. Ovviamente l’emendamento dovrà avere l’autorizzazione del MEF per la necessaria copertura, ma, da anticipazioni sul nuovo decreto legge che sarà varato nelle prossime ore dal Consiglio dei Ministri, la richiesta di aumento dei posti sembra abbia trovato ascolto, se pur con minor quantità di posti da autorizzare.

Sembra infatti che il nuovo decreto rilancio preveda, tra l’altro, lo stanziamento finanziario per nuovi 16 mila posti da assegnare alla scuola secondaria, per metà al concorso ordinario e per metà a quello straordinario.

In questo modo il concorso straordinario che potrebbe concludersi in tempo utile per il prossimo settembre disporrà di complessivi 32 mila posti, anziché 24 mila come da bando pubblicato nei giorni scorsi.

Per il concorso ordinario della secondaria i posti passerebbero dai 25 mila previsti a bando a 33 mila.

Dovrebbero quindi aumentare e non di poco le probabilità di superare i concorsi per la secondaria.
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È bene tuttavia precisare che, se le anticipazioni dei media saranno confermate, si tratterà non di un incremento di organico delle cattedre nelle scuole, bensì di aumento di posti disponibili per i concorsi con scorrimento delle graduatorie di merito negli anni successivi al completamento dei concorsi.

Conseguentemente, al 1° settembre prossimo la quota di posti già prevista per il concorso straordinario (8-10 mila?) rimarrebbe invariata, ma soltanto al termine del biennio successivo (o forse già dal 2021-22) potrebbe esserci lo scorrimento della graduatoria di merito oltre il 24.000simo posto per completare la nomina di altri 8 mila professori.

Lo stesso vale anche per il concorso ordinario il cui svolgimento è previsto per il 2020-21. Senza aumento del numero di cattedre vi sarà uno scorrimento delle graduatorie di merito per nominare negli anni successivi altri 8 mila professori oltre i 25 mila previsti a bando.

Insomma l’effetto del provvedimento non sarebbe immediato ma differito di due o tre anni.

Ovviamente gli scenari di entrambi i concorsi cambierebbero se i 16 mila posti di cui si parla fossero di immediato incremento degli organici attuali, rendendo vacanti altrettante cattedre da coprire subito.