150 anni di scuola italiana

Oggi, 17 marzo 2011, 150° anniversario dell’unità d’Italia, è anche il 150° anniversario della scuola italiana, il nuovo sistema educativo nazionale unitario che prendeva il posto degli almeno cinque o sei sistemi scolastici preesistenti.

La scelta fu quella di costruire, anche per questa via (e non, per esempio, con l’adozione di un modello federale), la nuova identità di un’Italia che solo pochi decenni prima il cancelliere austriaco Klemens von Metternich aveva definito una mera  ‘espressione geografica’.

Uno sforzo immane, magistralmente descritto da Nicola d’Amico nel suo recente volume Storia e storie della scuola italiana (Zanichelli editore) e nella serie di articoli scritti per il mensile Tuttoscuola in occasione del 150° anniversario.

In questo giorno di festa ci si deve tuttavia chiedere perché un sistema educativo centralizzato e uniforme come quello italiano, creato con l’obiettivo di offrire ai cittadini della nuova Italia un modello educativo unitario e unificante, abbia prodotto enormi squilibri e disparità territoriali e settoriali sia sul piano della qualità che su quello dell’equità, che neppure una Costituzione come quella repubblicana del 1948, ispirata al principio di uguaglianza, ha potuto correggere.

Riflettere su questi problemi significa anche fare un bilancio critico dell’apporto che la scuola ha saputo e potuto offrire alla formazione dell’identità nazionale italiana nei 150 anni della sua storia come Stato indipendente.