15 mila assunzioni, ma i posti vacanti sono più di 100 mila

Il lungo braccio di ferro tra il ministro Tremonti e il ministro Moratti è dunque finito con il via libera a 15 mila delle 21 mila assunzioni in ruolo richieste dall’Istruzione.

Si tratta di una boccata di ossigeno per la stabilità della scuola e per le attese di migliaia di persone, ma la precarietà resta ancora alta, soprattutto tra il personale Ata.

I 15 mila posti saranno ripartiti tra docenti e personale Ata, tenendo presente che i posti vacanti sono attualmente circa 106 mila, tre quarti dei quali tra il personale ausiliario, tecnico e amministrativo.

Nello scorso anno scolastico i posti vacanti erano 77 mila (76.982) per il personale Ata e 25 mila (24.973) per docenti, per un totale di quasi 102 mila unità, aumentate in questo 2003-04 di almeno altre 4 mila unità, nonostante i tagli di organico (vi è stata la compensazione dei pensionamenti), che hanno portato complessivamente i posti senza titolare ad almeno 106 mila unità di cui 80 mila per il solo personale Ata e 26 mila per gli insegnanti.

Sarà ora arduo ripartire quei 15 mila posti per le assunzioni tra i posti vacanti, considerando anche la distribuzione tra i diversi settori e le varie qualifiche.

Da una prima stima i posti vacanti risulterebbero così ripartiti:

– posti di docenza nella scuola dell’infanzia 6.000, nella scuola primaria 9.200, nella scuola secondaria di I grado 6.500 e in quella di II grado 4.300, per un totale di 26 mila circa;

– posti di collaboratore scolastico 62.000, di assistente amministrativo 17.800 e di direttore dei servizi generali e amministrativi 200, per un totale di 80 mila circa.

Se i posti per le immissioni in ruolo dovessero essere ripartiti in proporzione ai posti vacanti, ai docenti andrebbero solamente poco meno di 3.700 posti, e al personale Ata i restanti 11.300. Ma avrebbe il sapore di una soluzione da manuale Cencelli…