13 gennaio 2005/3. Ma il quadro di riferimento è cambiato

Il quadro di riferimento con il quale la CGIL, ma anche la CISL e la UIL, che hanno espresso valutazioni simili, si troveranno a misurarsi, potrebbe però essere assai più complesso di quello così schematicamente rappresentato.

La bozza di decreto legislativo sul secondo ciclo che sarà oggetto del “confronto” che avrà inizio il 13 gennaio prevede infatti il sostanziale mantenimento dell’ex istruzione tecnica all’interno del sistema dei licei, come richiesto congiuntamente da Sindacati e Confindustria, e le modalità del “passaggio” dell’ex istruzione professionale di Stato alle Regioni non sono affatto scontate: nella riorganizzazione dei percorsi la maggior parte degli IPS, e la domanda sociale che ha finora guardato ad essi, potrebbero riversarsi nei nuovi indirizzi tecnologici ed economici, facendosi carico eventualmente (nell’ipotesi del “campus“) anche di una parte dei percorsi professionalizzanti di competenza delle Regioni.

Si ripristinerebbe così, di fatto, il modello panlicealista unitario della legge n. 30/2000, e non si sarebbe lontani dalla filosofia della legge n. 9/1999 sul prolungamento dell’obbligo: due leggi abrogate dalla riforma Moratti, ma che per molti aspetti potrebbero trovare un inaspettato rilancio in sede di attuazione della legge n. 53/2003.