12 ottobre: sciopero della scuola, manifestazioni e… carote

Sono le carote il simbolo della rabbia degli studenti e del personale della scuola, scesi in piazza in numerose città. A Roma studenti e docenti si sono uniti in un unico corteo: in mano gli ortaggi per ribadire che ‘scuole e università in questi anni hanno visto solamente il bastone, ma che di qualche carota presentataci come fosse un regalo non abbiamo bisogno’.

Lancio di carote contro la sede del Ministero. A Milano studenti davanti al Pirellone, sede della Regione, con richiesta di dimissioni per Formigoni e l’assessore all’Istruzione Aprea.

Due i cortei organizzati a Napoli, che hanno marciato sotto la pioggia. A Firenze circa duemila persone tra studenti, professori, precari, personale amministrativo e tecnico provenienti da tutta la Toscana hanno sfilato in centro, dando anche vita a una catena umana.

Manifestazioni si sono avute anche in dieci città in Sicilia. Circa duemila persone, tra studenti, precari, docenti e personale Ata, si sono radunate nella sola Palermo.

Studenti e docenti hanno scioperato anche in Veneto, con iniziative provinciali in tutta la Regione e una regionale a Venezia.

Doppia manifestazione, di studenti e docenti, a Bari.

Due cortei a Genova: uno di circa un migliaio di allievi delle scuole medie e superiori, uno di insegnanti.

Circa trecento i manifestanti – tra studenti e insegnanti – in piazza Repubblica a Cagliari. A loro si è unita anche una delegazione di operai dell’Alcoa di Portovesme (Sulcis).

Fitto lancio di carote davanti alla sede regionale del ministero dell’Istruzione e della ricerca di Torino.

In questo modo, gli studenti hanno risposto all’affermazione del ministro Profumo, secondo cui con loro ci vorrebbe il bastone e la carota.

Sul fronte sindacale, il segretario generale della Flc Cgil, Mimmo Pantaleo, ha commentato che è stata “una protesta contro un governo che massacra i lavoratori per salvare gli speculatori e la finanza. Una manifestazione per avere un Paese più giusto”.

Tra i motivi della protesta, si è aggiunto nelle ultime ore l’aumento, inserito nella legge di stabilità approvata dal governo Monti, dell’orario di lavoro (da 18 a 24 ore) dei docenti di medie e superiori per risparmiare sulle supplenze.

Infine, il mancato accordo sugli scatti di anzianità del personale scolastico, che continueranno a essere congelati, sembra preludere a un nuovo sciopero, questa volta da parte di tutti i sindacati uniti.