Valutazione a distanza: prove tecniche

di Carla Sacchi

Conoscere quello che gli studenti stanno apprendendo è di fondamentale importanza a prescindere dalle procedure di valutazione scolastica da espletare. Le pratiche messe in atto dalle scuole in questi giorni sono differenti rispetto alla consuetudine vissuta in classe, ne consegue che la logica della valutazione va rimodulata nell’ottica di una valutazione formativa e qualitativa. Un tipo di valutazione che permette di capire cosa, dopo un periodo di tempo, lo studente ha effettivamente imparato e, nella logica formativa, di ripianificare l’attività didattica, di fornire un feedback agli studenti e di attivare la funzione proattiva della valutazione che favorisce la motivazione e gratifica lo studente.

Il processo dell’apprendimento può essere osservato anche a distanza, ma serve partire dall’obiettivo che ci poniamo di raggiungere e, conseguentemente, predisporre prove significative per osservare i processi messi in atto durante l’apprendimento. Risultano efficaci, in tal senso, i compiti di competenza che richiedono di selezionare le informazioni, di argomentare e di operare delle scelte per affrontare situazioni nuove. Se somministrare solo esercizi in situazioni standard è un’azione che porta all’addestramento, fornire contesti diversificati, invece, allena gli studenti ad applicare i contenuti in situazioni nuove grazie al transfer positivo: gli alunni utilizzeranno così le conoscenze in situazioni non note per risolvere problemi anche attraverso procedimenti differenti.

Occorre creare compiti che permettano di inserire esperienze personali. Mai come in questo momento la realtà ha posto i ragazzi dinanzi ad uno scenario che ha stimolato pensieri, timori etc., proviamo a comprendere attraverso i loro racconti quanto e come questa situazione di vita possa essere stata colta come un’opportunità per crescere e migliorare.
Sarebbe utile selezionare materiale da leggere e chiedere agli studenti di riprenderne i contenuti riassumendone il concetto e/o di citarne delle parti nel compito richiesto.
Compiti che richiedono allo studente di utilizzare insieme video, immagini, testo permettono di verificare l’abilità di combinare diverse procedure e di adattarle alla situazione.

E le verifiche orali? Per liberare il campo dal rischio di “suggerimento da casa”, o della lettura dal libro a telecamera spenta, riduciamo il peso che queste situazioni potrebbero avere, chiedendo di illustrarci il lavoro svolto in autonomia, ponendo domande che evidenzino i processi di apprendimento e di costruzione di conoscenze, la logica, la capacità di collegare e la coerenza. Conversare in questo senso è la maniera più potente e significativa che abbiamo per testare l’apprendimento in queste circostanze.

Richiamando le Linee guida certificazione delle competenze (D.M. 742 del 3/10/2017) l’accertamento della competenza risulta possibile attraverso compiti di realtà (prove autentiche, prove esperte, ecc.), osservazioni sistematiche (il processo di valutazione, che non si può esaurire in un solo momento circoscritto e isolato, ma deve prolungarsi nel tempo attraverso una sistematica osservazione degli alunni) e autobiografie cognitive (…al termine del processo l’alunno avrà costruito dentro di sé una biografia cognitiva che non sempre l’insegnante riesce a cogliere e che si esplicita meglio se è lo stesso alunno a raccontarla. La narrazione di un percorso di apprendimento da parte dell’alunno costituisce un’occasione straordinaria per insegnare agli studenti in modo individualizzato a riflettere sui loro lavori e per sviluppare in loro una struttura cognitiva più ricca e critica).
L’autovalutazione può essere condotta in termini di opinione personale in merito alle conoscenze e alle abilità che possedevano prima dell’esperienza della didattica a distanza e relative a quali di esse utilizzano/padroneggiano adesso. Questo feedback serve a noi docenti per eventuali aggiustamenti nei nostri interventi in questo percorso nuovo per tutti, anche per i docenti con più esperienza. Se crediamo nella co-costruzione docente-studente non fa male mettersi in gioco spingendosi a chiedere pareri relativi alla chiarezza e all’organizzazione delle nostre presentazioni, all’interesse suscitato, alla gestione del tempo durante le lezioni online. Anche noi necessitiamo di un feedback da condividere subito dopo una lezione non solo in merito ai contenuti ma anche relativi alla loro esperienza di apprendimento con domande quali cosa hai imparato? Cosa ha/non ha funzionato? Cosa avresti modificato?

Per la valutazione di queste tipologie di compiti la rubrica appare lo strumento più adatto perché permette di collocare una prestazione ad un certo livello e i livelli successivi possono servire ad indicare quanto deve essere ancora fatto per migliorare.
La valutazione formativa è valutazione per il miglioramento dell’apprendimento e costituisce un momento per fornire un indicatore a partire dal quale sviluppare un ulteriore apprendimento, e non un’occasione per esprimere un giudizio e sanzionare l’errore. Le valutazioni formative efficaci indicano l’errore commesso e invitano ad una riflessione sul processo attivato e sulle ipotesi di strada da percorrere per superare l’errore (che può trovare lo studente da solo o che può essere indicato dal docente). Secondo Black & Wiliam, anche le discussioni informali di autovalutazione o di valutazione tra studenti, come momenti di valutazioni formative, favoriscono la responsabilizzazione dello studente nei confronti del suo impegno e del suo apprendimento, attivano le risorse della classe e motivano gli studenti a continuare nel miglioramento.

Del resto, la Competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare consiste, appunto, nella capacità di riflettere su sé stessi, di gestire efficacemente il tempo e le informazioni, di gestire il proprio apprendimento.