Maltempo: ancora scuole chiuse il 24 gennaio

Una nuova scossa di terremoto ha fatto tremare l’Italia nella giornata dello scorso 18 gennaio. Epicentro tra Lazio ed Abruzzo, prima scossa di intensità 5.4. Dopo quella altre due che sono state avvertite anche a Roma. Nuovi crolli ad Accumuli e ad Amatrice, nella Capitale evacuate alcune scuole. E gli studenti come reagiscono? A quanto pare, troppi non sembrano essere pronti in caso di terremoto, tanti altri a Roma, invece decidono di scrivere al sindaco, Virginia Raggi. Intanto la ministra dell’istruzione, Valeria Fedeli, dalla Polonia rassicura i ragazzi: “Non perderete l’anno a causa del terremoto“. Intanto, al 24 gennaio, siamo alla terza settimana in cui parliamo di scuole chiuse. Sindaci disperati. Guido Castelli, primo cittadino di Ascoli Piceno, lancia il suo grido di aiuto dalle colonne dell’Huffington Post: “Il Governo ci dica cosa fare“.

Terremoto: scosse molto forti, crollato il campanile di Amatrice
Meno di una settimana fa le scuole chiudevano per il terremoto. Prima scossa alle 10.25 del 18 gennaio, magnitudo 5.3 con epicentro tra i comuni tra L’Aquila e Rieti. Nemmeno cinque minuti dopo, intorno alle 10.30, un’altra scossa di magnitudo 3.2 con epicentro in provincia di Rieti. E poi alle 11.20 la più forte, quella di magnitudo 5.7. Le scosse più forti sono state percepite anche a Roma. Ma ad essere maggiormente colpite sono state soprattutto le aree già interessate dal sisma dello scorso 24 agosto: crolli ad Amatrice e Accumoli.

Scuole chiuse per terremoto, Fedeli tranquillizza: “Faremo di tutto perché i ragazzi non perdano l’anno scolastico”
Le sue parole sono arrivate dalla Polonia, dove la ministra si è recata in occasione del Viaggio della Memoria. “Si sta affrontando la complessità dei problemi – ha dichiarato la ministra ai microfoni dei giornalisti – faremo di tutto perché i ragazzi non perdano l’anno scolastico. Quello che dal mio punto di vista posso fare è rassicurarli sul percorso formativo di quest’anno, è elemento decisivo, faremo di tutto perché questi ragazzi non perdano l’anno scolastico, sia dal punto di vista del numero di ore, ma anche dal punto di vista degli esami di Stato. Li rassicuriamo su questo.

Scuole chiuse il 19 gennaio
Molti comuni hanno quindi preferito rimanere chiusi nella giornata di oggi. Alcuni hanno visto la loro condizione peggiorare a causa del maltempo e della neve. Ecco dove:
– Scuole chiuse nella Marche a Castignano, Jesi, Osimo, Loreto, Macerata, Tolentino, San Severino Marche;
– Scuole chiuse in Abruzzo a Chieti, Teramo, Atri, Roseto degli Abruzzi, Giulianova, Ancarano, Tollo, Lanciano e Guardiagrele;
Scuole chiuse in Umbria a Cascia, Norcia, Gubbio, Gualdo Tadino e Nocera Umbra per neve. Chiuse tutte le altre scuole in provincia di Terni e di Perugia per verifiche post terremoto;
– Scuole chiuse nel Lazio a Viterbo, Palombara Sabina, Monterotondo;
– Scuole chiuse in Campania a Benevento;
– Scuole chiuse in Sardegna a Nuoro.

Scuole chiuse il 20 e il 21 gennaio
Tra maltempo e terremoto, sono diversi gli istituti che hanno scelto di prolungare la loro chiusura:
– Suole chiuse 20 e 21 gennaio in Abruzzo a Pescara;
– Scuole chiuse 20 e 21 gennaio nel Lazio  a Monterotondo;
– Scuole chiuse 20 e 21 gennaio nelle Marche, a Macerata.

Scuole chiuse il 24 gennaio
A causa del maltempo molte scuole, soprattutto al Sud d’Italia, sono rimaste chiuse anche lo scorso 23 gennaio. Ecco quelle che hanno prolungato la chiusura:
– Scuole chiuse il 24 gennaio in Abruzzo aTeramo, Pescara (cancelli chiusi solo per le scuole superiori fino a mercoledì 25 compreso);
– Scuole chiuse il 24 gennaio in Calabria a Roccella Jonica, Badolato, Girifalco, Montepaone, Serra San Bruno, Gasperina e Locri;
– Scuole chiuse in Sicilia il 24 gennaio a Sciacca.

Tra terremoto e maltempo: scuole chiuse perché non dotate dell’indice di vulnerabilità sismica
In queste ore, con scelte di tempo e di contenuto che molti hanno giudicate inopportune, la Commissione nazionale Grandi Rischi, aggiungendo panico e paura a popolazioni che di tutto hanno bisogno, tranne che di nuova inquietudine, ha ricordato che gli edifici pubblici di rilevanza strategica, tra cui le scuole, devono essere dotati del cosiddetto indice di vulnerabilità sismica“. A parlare dalle colonne dell’Huffington Post è Guido Castelli, sindaco di Ascoli Piceno. Qui, racconta, la situazione è critica: “Il mio Comune a oggi non ha avuto le risorse necessarie per predisporre tale valutazione. Sono perizie che solo per le scuole del Comune di Ascoli Piceno costano circa un milione di euro. In attesa di trovare i soldi e di predisporre le perizie, i bambini dovrebbero restare a casa?“. Eppure, continua il primo cittadino, le scuole di cui parla sono “agibili in tutto e per tutto. Ma l’indice di vulnerabilità sismica non lo abbiamo. Tengo chiuse le scuole? Questo vale per me e per tutti i Comuni che nelle mie condizioni di sismicità e nelle mie condizioni di carenza di perizia specifica? (…) Io chiedo al Governo che si diano indicazioni amministrative coerenti e univoche. Non solo sotto lo schiaffo del terrore“.

Scuole chiuse a Roma il 18 gennaio, ma…
Il sindaco della Capitale, Virginia Raggi, ha affermato che le scuole potevano riaprire già dal 19 gennaio scorso, dopo che molti nella giornata precedente avevano deciso di rimandare a casa i propri studenti. Ma alcuni presidi, vuoi per il terremoto, vuoi perché ancora al freddo e con problemi ai riscaldamenti, hanno invece risposto un secco “No” alla decisione del sindaco del M5S. Si tratta, per esempio, del liceo classico Francesco Vivona, in zona Eur, che è rimasto chiuso quindi anche nella giornata del 19 gennaio. “In assenza di un provvedimento comunale – ha affermato Mario Rusconi, vicepresidente dell’Associazione Nazionale Presidi – ogni singola scuola valuterà il da farsi. In casi gravi potrà anche decidere di non far entrare i ragazzi allertando l’ufficio tecnico del municipio per i controlli“. Intanto, secondo quanto riporta l’edizione romana del Corriere della Sera, Marco Cardilli, delegato per la sicurezza e per la protezione civile del comune di Roma, sottolinea che: “Non sono giunte segnalazioni rivelanti, per questo non c’è stato l’ordine da parte nostra di evacuazione, ma ogni responsabile per la sicurezza ha assunto personalmente iniziative dove l’ha ritenuto opportuno. Comunque non si sono stati danni agli edifici scolastici, tenendo presente però che le scuole soffrono di una carenza di manutenzione ordinaria“. 

Studenti scrivono alla Raggi
L’ultimo terremoto deve aver provocato, oltre che paura, anche la rabbia di tanti ragazzi. Sono diversi quelli che si dicono stanchi di recarsi ogni giorno in strutture “fatiscenti” in cui  basta una scossa di terremoto per danneggiarle ulteriormente mettendo a rischio la loro incolumità e quella delle persone che ci lavorano. “Le scriviamo a nome degli Studenti Medi di Roma e Provincia per portare alla sua attenzione alcuni dei gravi problemi con i quali ogni giorno siamo costretti a fare i conti: la situazione degli edifici è drammatica“. Con queste parole si apre la loro lettera, riportata pure da Il giornale della Provincia. “Le strutture sono fatiscenti o sovraffollate – continuano i ragazzi – senza adeguati sistemi di sicurezza e prive dei servizi necessari (…). Al rientro dalle vacanze invernali la situazione era drastica: siamo stati accolti in istituti gelidi (…).

Scuole evacuate lo scorso 18 gennaio
Nella Capitale evacuata la metro e alcune scuole. Si tratta di una scuola a Saxa Rubra e di altri istituti ai Castelli che hanno fatto uscire gli alunni in cortile per precauzione. Tanti gli istituti che poi hanno scelto di far uscire i ragazzi. Si tratta, per esempio, dell’Ic Anna Fraentzel Celli e della scuola Santi di Colli Aniene. A casa anche i ragazzi dell’istituto professionale Amerigo Vespucci. Evacuati pure il liceo Righi, l’istituto comprensivo Manin e il liceo Severi di Frosinone. Telefonate ai genitori e messaggi sui gruppi WhatsApp anche per rimandare a casa i bambini della scuola primaria e dell’infanzia Balsamo Crivelli. Anche la Di Donato e la scuola Regina Margherita sono state evacuate insieme agli istituti Merelli a Ponte Milvio e Podere Rosa sulla Nomentana. Bambini in giardino nella scuola Gesù e Maria al Fleming. 

E mentre tante scuole romane hanno fatto evacuare i loro studenti, una web survey di Skuola.net su circa 1000 ragazzi delle scuole superiori, svolta all’indomani del terribile sisma che ha sconvolto il centro Italia lo scorso agosto, ha indagato il grado di preparazione degli studenti in caso di scosse. Una percentuale non irrilevante (28%) affermava di non aver mai ricevuto nessuna istruzione dal proprio istituto in caso di terremoto. Circa il 22% sosteneva di non aver mai svolto una prova di evacuazione.

I numeri cambiano se prendiamo in esame gli studenti che vivono in territorio ad alto rischio. Si tratta di circa 1 su 4 del campione e, isolandolo, si può notare che era stata quasi la totalità – il 90% – a dire di aver svolto almeno una prova di evacuazione a scuola. Preoccupa invece il fatto che a ben 1 su 3 di loro risultava che la scuola non fosse stata costruita secondo le norme antisismiche né, tanto meno, che avesse subito dei lavori di adeguamento in tal senso.