Scuole paritarie: 1 studente su 4 rischia esodo verso statali

Tuttoscuola l’ha fatto notare più volte: la pesante crisi delle scuole paritarie, determinata dal mancato introito delle rette di frequenza per la sospensione delle lezioni, rischia la chiusura definitiva dal prossimo settembre di ben 12.857 scuole. Molti studenti in età d’obbligo scolastico rischiano un esodo “forzato” verso le scuole statali. Le primissime stime hanno allarmato il governo, in primis il Pd: 1 ragazzo su 4, parliamo di circa 250mila studenti, non potendo più frequentare una scuola paritaria, si potrebbe riversare sul sistema pubblico. E migliaia di lavoratori perderebbero il posto. E per quanto riguarda lo 0-6, la situazione potrebbe essere ancora più grave.  Nei giorni scorsi la responsabile scuola dei Dem, Camilla Sgambato ha sottolineato come più del 50% dei servizi siano offerti da scuole paritarie, private o gestite dal terzo settore. «Vogliamo far collassare il sistema integrato da 0 a 6 anni?».

Scuole paritarie: cosa accadrebbe se chiudessero

Ben 250mila alunni che si riversano sulle scuole statali provocano un piccolo tsunami destinato ad incrementare:

– il numero delle sezioni e classi di tutti gli ordini di scuola (13.600 classi in più),
– gli organici del personale docente per posti comuni e di sostegno (circa 33 mila docenti in più),
– gli organici del personale Ata (circa 2.950 collaboratori scolastici in più),
– il ridimensionamento del sistema con l’istituzione di nuove istituzioni scolastiche (circa 290),
– con conseguente incremento degli organici dei dirigenti scolastici (290 unità) e dei direttori dei servizi generali e amministrativi (290),
– nonché degli organici delle segreterie scolastiche (1.200 assistenti amministrativi in più).

Come già riportato nelle scorse settimane da Tuttoscuola, il costo dell’incremento di personale scolastico statale indotto dal passaggio di 250 mila alunni dalle paritarie sarebbe non inferiore a 1 miliardo e 400 milioni di euro annui. Ma l’incremento di classi, di scuole e di alunni comporterebbe un corrispondente aumento di spese a carico degli Enti Locali per assicurare personale e servizi a sostegno dell’istruzione:

– Assistenti preposti all’assistenza di alunni con disabilità (circa 3.400 unità in più),
– Assistenti ai servizi di mensa (circa 3.350 in più),
– Locazione di strutture per accogliere nuove classi (circa 4.270 edifici in più),
– Manutenzione ordinaria per gli edifici in locazione,
– Arredi scolastici per le nuove classi.

Senza considerare anche i costi per incremento dei trasporti e dei servizi di mensa, gli Enti locali si troverebbero a sostenere all’improvviso a settembre circa 430 milioni di euro in più all’anno. Tra Stato ed Enti Locali i maggiori oneri sarebbero complessivamente pari a 1 miliardo e 850 milioni di euro.

I fondi

Il finanziamento al mondo delle paritarie negli anni è salito, per effetto degli interventi spinti dall’ex sottosegretario, oggi deputato Iv, Gabriele Toccafondi. Il contributo pubblico ora ammonta a 512,7 milioni annui; a cui si aggiungono i 35,9 milioni previsti per inserire gli studenti con disabilità (gli ultimi dati indicano circa 12mila alunni). Le rette a carico delle famiglie oscillano dai 2mila ai 4-5mila euro, suddivise in 10 mensilità, a seconda del grado di istruzione; ma è prevista una detrazione, al pari delle scuole statali, del 19% fino a 800 euro di spese. Dopo una sostanziale dimenticanza nel decreto Marzo, nel dl Rilancio è stato previsto un finanziamento ad hoc per le paritarie di 120 milioni.

Servono nuovi fondi

Occorrono risorse aggiuntive per evitare le difficoltà a settembre. «Se non si stanziano ora le risorse necessarie, lo Stato dovrà garantire almeno 2 miliardi di risorse aggiuntive in più – ha detto Sgambato -. Le paritarie svolgono un servizio pubblico, caratterizzato da un progetto educativo e da un programma, permettendo al bilancio dello Stato un risparmio annuale di circa 7mila euro ad alunno». Sulla stessa lunghezza d’onda Iv: «Servono nuove risorse, soprattutto per aiutare le famiglie a sostenere le rette – ha aggiunto l’ex sottosegretario, ora capogruppo Iv in commissione Cultura della Camera, Gabriele Toccafondi -. Poi, c’è bisogno di rafforzare le attuali detrazioni. La scuola non può permettersi di far scomparire gli istituti paritari». La trattativa per finanziamenti aggiuntivi dovrebbe entrare nel vivo nei prossimi giorni. L’unico partito di maggioranza ancora freddo è il M5S.

 

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