Rete della Conoscenza: ‘manovra iniqua’

Il giudizio sulla manovra non cambia: iniqua e incapace di dare risposte ai bisogni sociali del Paese“. E’ il commento della Rete della conoscenza dopo l’approvazione in via definitiva da parte del Senato della Legge di Stabilità 2016.

Sempre più risorse pubbliche vengono destinate alle imprese sotto forma di sgravi fiscali, ai grandi proprietari attraverso l’abolizione trasversale delle tasse sulla casa, ai redditi più elevati mediante misure come la cancellazione della tassa sugli yacht di lusso. Questa manovra – dichiara Riccardo Laterza, Portavoce nazionale della Rete – impone una fiscalità regressiva e non contrasta le disuguaglianze, anzi le rafforza dato che non vengono affrontate le urgenze sociali del Paese: bocciata l’estensione della Dis-Coll (indennità di disoccupazione) ai precari della ricerca, nessun ragionamento sull’introduzione di un reddito minimo, contrasto della povertà affidato a un intervento residuale come la social card per le famiglie numerose“.

Quanto ai 54 milioni in più sul diritto allo studio, è “un piccolo passo avanti” ma “ben lontano dal costituire una inversione di tendenza delle politiche del Governo in materia di università” afferma Alberto Campailla, portavoce di Link-Coordinamento Universitario. “Non solo questi fondi non bastano a coprire gli idonei non beneficiari e ad arginare l’emergenza causata dall’introduzione del nuovo Isee, ma – spiega – non sono fondi strutturali e per il 2017 sono previsti soli 5 milioni. Resta inoltre il tema dei finanziamenti ordinari degli atenei, che non hanno subito alcun incremento incisivo, nonostante ormai ampi settori dell’Università denuncino gli effetti della mancanza di fondi e i danni creati dai criteri premiali di ripartizione degli stessi“.

Il bonus di 500 euro per i consumi culturali dei giovani non solo non affronta in termini strutturali il tema dell’accesso alla cultura, me risulta clamorosamente escludente nei confronti di stranieri, famiglie con precedenti penali, condizioni abitative instabili, esattamente la fotografia di quella marginalità sociale a cui una misura del genere dovrebbe rivolgersi”, conclude Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti secondo cui sulla scuola “il Governo non ne azzecca una“.