Quota 100, via libera al Senato, ma poche adesioni e delusione per i precari

Via libera in aula al Senato per il provvedimento che contiene le due misure bandiera del reddito di cittadinanza e di quota 100. L’ok è arrivato con 149 voti favorevoli, 110 no e quattro astenuti. Ora il provvedimento passa alla Camera.

Uno degli obiettivi della recente riforma pensionistica, conosciuta come “quota 100”, voluta dal Governo e recentemente varata dal Parlamento è anche quello di liberare posti di lavoro, favorendo l’occupazione e il ringiovanimento degli organici.

Per la scuola la riforma era stata salutata, soprattutto da parte del vasto mondo dei precari, come una nuova speranza di occupazione.

Diversi esponenti sindacali, se pur con prudente speranza, avevano ipotizzato esodi massicci di docenti e di personale ATA, arrivando a prospettare un’uscita anticipata di circa 50 mila dipendenti, il doppio di quelli che in via ordinaria sono previsti in base alle regole fissate dalla legge Fornero. 

A poche ore dal termine del prossimo 28 febbraio, fissato per consentire il pensionamento anticipato dal 1° settembre 2019 per il personale scolastico, le domande complessive di pensionamento anticipato di docenti e personale ATA sarebbero, secondo fonti sindacali, inferiori alle 9 mila unità.

Sembra che la scarsa propensione ad utilizzare quota 100 per l’uscita anticipata dal servizio sia dovuta prevalentemente agli svantaggi dell’assegno pensionistico e della liquidazione.

Se, come tutto ormai fa prevedere, per la scuola la riforma di quota 100 sembra risolversi quasi in un flop, ad esserne soddisfatti saranno il MEF e l’INPS che eviteranno un aggravio di costi, mentre la delusione sarà di casa tra i precari e, in particolare, tra gli idonei dell’ultimo concorso di scuola dell’infanzia e di scuola primaria per i quali il 1° settembre 2019 sarà l’ultima occasione per entrare in ruolo.