PISA 2015: Italia mediocre, ma migliora in matematica

Questa mattina alle 11 l’Ocse ha reso noti, tramite una serie di eventi promossi in contemporanea in tutto il mondo, i risultati dell’edizione 2015 del programma triennale PISA (Programme for International Student Assessment), al quale hanno partecipato circa 540.000 studenti quindicenni dei 72 Paesi partecipanti. Questa tornata ha avuto come principale campo d’indagine l’apprendimento delle scienze. Come nelle cinque precedenti occasioni il programma ha riguardato però anche le altre due aree tradizionalmente esaminate, la lettura e la matematica, rendendo possibile l’analisi sincronica e diacronica dei dati a livello internazionale e nazionale.

In Italia i risultati sono stati illustrati a Roma, nella sede del liceo classico Visconti, da Francesco Avvisati, analista Ocse, e dai ricercatori dell’Invalsi che si sono occupati delle rilevazioni effettuate in Italia. Il quadro che ne è scaturito, per quanto riguarda il nostro Paese, è il seguente:

– Gli studenti italiani si sono collocati un po’ sotto la media PISA in scienze (481 punti contro 493) e in lettura (485 contro 493) ma raggiungono la media in matematica (490).

– La performance dei quindicenni italiani in scienze non è cambiata in modo significativo dal 2006 ed è rimasta stabile anche in lettura dal 2009. Si è registrato invece un sensibile miglioramento in matematica, con un progresso medio di 7 punti ogni tre anni dal 2003 al 2015. Un risultato positivo e per certi aspetti sorprendente, visto che proprio la matematica è in Italia la materia più temuta dagli studenti, soprattutto di sesso femminile.

– Le differenze di genere risultano infatti particolarmente rilevanti in Italia: in scienze e matematica giocano a favore dei maschi, in lettura a favore delle femmine, ma con uno scarto decrescente perché tra il 2009 e il 2015 le prestazioni dei maschi sono migliorate, e quelle delle femmine peggiorate.

– Come succede in molti altri Paesi anche in Italia gli studenti economicamente svantaggiati hanno minori possibilità di successo rispetto a quelli appartenenti a famiglie benestanti, ma la relazione tra lo status socio-economico e la performance è più debole che nella media dei Paesi Ocse

– Gli studenti stranieri di prima e seconda generazione hanno prestazioni in scienze inferiori rispetto a quelle dei coetanei non immigrati, ma mentre la percentuale di studenti stranieri (parliamo sempre dei quindicenni) si è raddoppiata dal 2006 al 2015 (dal 4 all’8%) la forbice di rendimento tra immigrati e non si è ristretta in modo significativo.

Nel complesso, pur restando l’Italia complessivamente considerata in una posizione di classifica mediocre, non mancano in questa tornata del programma PISA segnali positivi, soprattutto per quanto riguarda la matematica.