Niente sarà come prima, anche a scuola

È facile prevedere che il nostro modo di vivere, le nostre relazioni sociali, i nostri viaggi per il mondo, le abitudini della nostra normalità, la quotidianità dei piccoli e grandi gesti personali, tutta la nostra vita, insomma, non sarà più quella di prima.

Quando tutta questa drammatica esperienza sarà conclusa, quando potremo ritornare – presto, molto presto: lo vogliamo tutti – alla nostra normalità che l’emergenza sta trasformando, di giorno in giorno, in ansia e preoccupazione per un futuro che fatichiamo a vedere sicuro, quando tutto questo finalmente sarà passato e lentamente dimenticato, faremo il possibile perché tutto ritorni ad essere come prima.

Ma sappiamo che non sarà così.

Anche se la nostra vita all’esterno ritornerà ad essere quella di prima, dentro di noi i segni dell’emergenza non si cancelleranno. Forse ci vorrà una generazione per dimenticare.

E la scuola?

Dopo un terremoto, dopo un’alluvione, dopo un grave evento che l’ha bloccata, la scuola cerca sempre di ritornare ad essere come prima.

Ma questa volta, quando questa emergenza sarà completamente finita – presto, molto presto: lo vogliamo tutti – la scuola non potrà essere più quella di prima.

I ragazzi dimenticheranno presto, i loro insegnanti un po’ meno.

Ma sarà il modo d’essere della scuola ad essere diverso.

L’esperienza breve o (temiamo) prolungata della didattica a distanza, soprattutto laddove questa sta vivendo con intensità di contatti e ricerca di nuovi modi di insegnare e di apprendere, cambierà la relazione tra insegnante e alunno, tra docenti della stessa scuola, tra scuola e famiglia.

Come? non è facile prevederlo, ma cambierà: ne siamo certi.

La consapevolezza di questo cambiamento della nuova relazione interpersonale deve aiutarci fin d’ora a far tesoro della contingenza di questa esperienza per acquisire insegnamenti preziosi verso assetti strutturali. Mai come in questo caso, le difficoltà possono diventare un’opportunità. Un’opportunità per il miglioramento del fare scuola. Lavoriamo tutti, da subito, in questa prospettiva, non solo contenendo, ma anche costruendo.