Mobilità e continuità didattica: Fedeli ci ripensa?

La ministra Fedeli, subito dopo l’approvazione in prima lettura dei decreti della Buona Scuola da parte del Consiglio dei ministri, ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera nel corso della quale, tra l’altro, ha parlato anche di mobilità degli insegnanti.

Riferendosi all’atto di indirizzo per il rinnovo del contratto nazionale del personale scolastico ha dichiarato: “Vorrei inserire nel contratto il tema della continuità didattica che penso sia molto importante”. Il giornalista l’ha incalzata, chiedendole: “Non ha appena cancellato la norma della riforma che prevedeva che i prof stessero tre anni nella stessa scuola?”.

«Solo per chi si è spostato quest’anno. – ha precisato la ministra – Vorrei dal prossimo settembre che gli studenti trovassero i loro insegnanti in cattedra e possibilmente per tre anni. La continuità va incentivata».

Trasferimenti non per tutti, dunque?

Eppure, nel comunicato ufficiale pubblicato sul sito del Miur per l’intesa raggiunta il 29 dicembre con i sindacati era stato scritto qualcosa di ben diverso. Si diceva, infatti, che “esclusivamente per la mobilità di quest’anno, sarà previsto per tutti i docenti lo svincolo dall’obbligo di permanenza triennale nel proprio ambito o nella propria scuola. Si tratta di una misura straordinaria. Resta fermo infatti l’obiettivo prioritario, chiaramente indicato dalla legge 107 (Buona Scuola), della continuità didattica.

Si tratta forse di un ripensamento? Se fosse così, non potrebbe che farci piacere.

Ci viene un sospetto: questa precisazione che sa di ripensamento ci sarebbe stata anche senza la denuncia di Tuttoscuola sul marasma della mobilità con penalizzazione della continuità didattica, ripresa nel corso della settimana da numerosi mezzi di informazione?