L’orario dei docenti passa da 18 a 24 ore. Conferme da Profumo

L'aumento di orario sarà a parità di retribuzione

Trova conferma in un articolo di “Repubblica” la voce circolata nei giorni scorsi, secondo la quale nella legge di stabilità è contenuto l’aumento dell’orario di lavoro da 18 a 24 ore settimanali per tutti i docenti della scuola secondaria. Il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo lo conferma con questa esortazione: “Chiediamo alla scuola un atto di generosità. Di più, un patto che rifondi questo mestiere così importante”.

L’articolo mescola virgolettati e non virgolettati del ministro, e non è chiaro se le 6 ore settimanali in più saranno dedicate alla didattica frontale o ad altre attività, anche se il risparmio derivante da questa riforma sembra indirizzarsi verso l’internalizzazione dei costi delle supplenze: “Con i soldi risparmiati per le ore di supplenza non più necessarie, ‘investiremo sulla formazione degli stessi docenti e sull’edilizia scolastica’”.

Anche se l’aumento dell’orario di lavoro risulta essere la novità più importante dell’intervista, non ne mancano altre. Innanzitutto, è confermato che l’aumento sarà a parità di reddito: “Prima del 2014 non si potrà parlare di aumento degli stipendi ‘legittimi ma impossibili per il Paese’”. Ad una lettura filologica, si potrebbe anche dedurre che, per i docenti che vorranno continuare a lavorare “solo la mattina”, le retribuzioni saranno addirittura più basse: “Non abbiamo intenzione di coltivare il luogo comune degli insegnanti italiani che guadagnano poco e lavorano poco, conosco la delicatezza di quel mestiere avendolo fatto, chiedo solo che siano più flessibili. Si potranno differenziare gli stipendi: più bassi per chi vuole lavorare solo la mattina, retribuzione piena per chi accetta l’aumento delle ore”.

Inoltre, il ministro conferma il congelamento degli scatti stipendiali (che ieri ha causato la minaccia di sciopero da parte di Uil e Cisl Scuola, Snals e Gilda, accolta oggi positivamente dalla Flc Cgil, nel nome della “ricomposizione dei sindacati”) e offre ai docenti “15 giorni di ferie in più, da realizzare nel periodo estivo”. In realtà, questo aumento delle ferie sembra avvenire in un periodo in cui l’attività di diversi docenti è ridotta, se non nulla, ed è difficile che questo scambio possa incontrare entusiasmi.

Altra novità è la stretta sul fronte delle scuole paritarie (religiose e no). Il ministero ha deciso di introdurre una serie di obblighi da certificare: per trasferirsi in una scuola paritaria bisognerà avere la residenza nell’area dell’istituto privato o avanzare giustificazioni serie per chiedere lo spostamento. “I diplomifici usciranno naturalmente di scena“. Questo virgolettato, che nell’articolo è attribuibile a Profumo, nella successiva versione on line dell’articolo, viene assai più genericamente attribuito “al ministero

Infine – e qui siamo sul testo più preciso dell’articolo de La Repubblica on line, “si assiste a una vera e propria rivoluzione nel mondo della ricerca pubblica. I dodici enti di ricerca sono stati di fatto soppressi e riorganizzati in un Centro nazionale di ricerche. Una sorta di “super Cnr bis” che affianca il Consiglio nazionale, taglierà costi e consigli di amministrazione “senza togliere posti di lavoro”, assicura ancora Profumo”.