Licei quadriennali: vent’anni di tentativi da Berlinguer alla Fedeli

La questione della riduzione della durata dei cicli scolastici con uscita a 18 anni dei diplomati ha più di vent’anni di vita.

L’obiettivo di ridurre la durata del percorso scolastico l’aveva avuta il ministro Berlinguer che nella sua prima proposta di riforma dei cicli aveva ipotizzato di anticipare l’obbligo scolastico a 5 anni di età o di dare inizio, sempre a 5 anni, il 1° anno di scuola elementare.

Di fronte alla decisa reazione del mondo della scuola dell’infanzia, ripiegò sul progetto della scuola di base che, unificando elementare e media, accorciava da otto a sette anni quel percorso intermedio.

Il suo progetto, convertito in legge, non ebbe successo e il ministro Letizia Moratti lo fece abrogare, pur condividendo l’obiettivo di portare a 18 anni la conclusione del percorso scolastico.

La Moratti tentò in prima battuta di ridurre di un anno la durata quinquennale dei licei, ma la decisa opposizione interna (AN in prima linea) la convinse a ripiegare su una riduzione volontaria e ridotta dell’inizio del percorso scolastico.

Nascevano in quel modo l’istituto dell’anticip che consentiva liberamente alle famiglie di anticipare l’iscrizione alla prima classe dell’elementare dei figli che compivano i sei anni di età dopo il 31 dicembre e comunque entro il 30 aprile.

Sperando (o temendo) che la voglia di anticipo potesse svuotare di iscritti le scuole dell’infanzia, estese la possibilità di accesso anticipato anche alla scuola dell’infanzia.

Quell’anticipo di iscrizione alla scuola dell’infanzia ha avuto negli anni successivi vicende alterne tra abrogazioni e ripristini. Il decreto legislativo 65/2017 sul nuovo sistema integrato 0-6 anni ne ha previsto l’abrogazione definitiva.

Ma la storia ventennale della riduzione di un anno del percorso scolastico con uscita dei diplomati a 18 anni non è ancora finita. Anzi, sembra cominciare adesso.