Diploma in 4 anni: il tormentone dell’estate. Segui la diretta gratuita, martedì 5 settembre
La proposta ministeriale di attivare la sperimentazione di cento tra licei e istituti tecnici quadriennali stata un po’ il tormentone dell’estate con prevalenti valutazioni critiche da parte dei sindacati degli insegnanti, preoccupati che la generalizzazione dei quadriennali porti alla lunga una pesante contrazione degli organici. Per il momento i diretti interessati, studenti e genitori, stanno alla finestra, complice anche il periodo feriale, in attesa degli eventi, mentre il Miur procede, forte anche del benestare preventivo del CSPI, il Consiglio Superiore dell’Istruzione, presenti anche i rappresentanti sindacali.
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Sul Corriere, il giorno di Ferragosto, ha preso la parola personalmente la ministra Fedeli per controbattere le pesanti critiche che il giorno prima dalle stesse pagine aveva espresso il giornalista Pierluigi Battista.
A Battista che, interrogandosi sulle ignote ragioni pedagogiche per la sperimentazione, aveva affermato: dicono che così si risparmia un po’, la ministra aveva replicato che la sperimentazione non la si fa per risparmiare, ma, al contrario, per un investimento e una innovazione che può aiutare le nuove generazioni ad affrontare con successo le sfide di oggi e di domani.
Battista aveva criticato la voglia del cambiamento immotivato, affermando che la scuola non viene mai lasciata in pace, vittima dell’improvvisazione continua e insaziabile e soprattutto di una cieca smania di cambiamento che non si pone mai la domanda: perché cambiare?
Nessuna improvvisazione, ha replicato la Fedeli, ricordando che il progetto prende le mosse dalla riforma dei cicli scolastici messa a punto dal ministro Berlinguer nel 2000 e successivamente dalla commissione di studio istituita nel 2013 dal ministro Profumo.
Successivamente il ministro Carrozza autorizzò due progetti sperimentali di licei quadriennali a Milano e a Brescia, seguiti da altri fino agli attuali dodici.
A Battista che invitava a fare marcia indietro la ministra ha replicato che la sperimentazione nazionale partirà con le prime classi che partiranno nel 2018-19 e al termine, nel 2023, i risultati dovranno essere discussi con tutti i rappresentanti del mondo della scuola e con i decisori politici per realizzare il massimo di consenso possibile.
Se l’esito sarà positivo, la riforma potrà essere generalizzata e, parola di ministro, si potrà portare l’obbligo scolastico fino al diciottesimo anno di età.
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