Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

La storia in-finita

Gli eventi di queste ultime settimane, dalla Brexit ai sempre più numerosi e sanguinosi attentati terroristici, come quello di venerdì scorso a Dacca, mettono con ogni probabilità la parola fine al prolungato periodo di pace e di relativa tranquillità di cui l’Europa e i suoi cittadini (non tutti, basti pensare al dramma della ex Yugoslavia) hanno potuto godere dopo la fine della seconda guerra mondiale.

Lontanissime appaiono le previsioni ottimistiche fatte da Francis Fukuyama nel 1992, tre anni dopo la caduta del muro di Berlino, sul successo planetario e definitivo del modello liberaldemocratico (La fine della storia e l’ultimo uomo), che per la sua evidente superiorità in campo economico e politico avrebbe posto termine ai conflitti tradizionali e quindi alla storia, che di tali conflitti era permeata, mentre hanno riacquistato spazio le pur discusse tesi di Samuel Huntington sullo scontro di civiltà come nuova fase della storia (The Clash of Civilizations è del 1996).

Gli eventi succedutisi nel mondo, in Europa e anche in Italia in questo inizio del XXI secolo fanno propendere per la tesi di chi ritiene che la storia non sia affatto finita, e che gli storici, a partire da quelli che si occupano di storia contemporanea, non resteranno disoccupati.

Di straordinaria attualità appare pertanto l’invito di Edgar Morin a valorizzare nei programmi scolastici lo studio della storia – ribadito anche recentemente in una conversazione con Riccardo Mazzeo, editor storico della Erikson, contenuta nel volume a cura di Dario Ianes “Parlare di Isis ai bambini” – segnalato per la sua importanza da Tuttoscuola.com nella rubrica Recensioni (http://tuttoscuola.com/cgi-local/disp.cgi?ID=38838).

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