Tuttoscuola: Il Cantiere della didattica

La maturità (non molto) diversa di Jacopo, un candidato speciale

La notte prima degli esami di Jacopo è simile a quella di molti suoi compagni. Difficoltà ad addormentarsi, ansia, paura, timore di non farcela. “Domani in quale aula ci sarà la prova? A che ora inizia?”, si chiede, prima di andare a dormire. Riceve un sms che lo tranquillizza, è del docente di sostegno che è stato assegnato alla classe quest’anno: “Domani ci vediamo alle 8.30, faremo l’esame in palestra”. Rassicurato, Jacopo, va a dormire più leggero.

Jacopo è un maturando, studente dell’Istituto Alberghiero “Domizia Lucilla” di Roma, una scuola che ha una grande tradizione di accoglienza e inclusione.

Jacopo è anche un maturando, come si sente dire recentemente, con Bisogni Educativi Speciali, nello specifico con sindrome di Down. Come i suoi amici arriva all’esame di Stato dopo aver studiato (per quanto possibile) tutto il programma, ma, a differenza dei suoi compagni, la scuola ha realizzato per un lui un percorso individualizzato, che gli ha permesso di crescere, mettersi alla prova, maturare.

In Italia l’integrazione degli alunni con disabilità ha da poco compiuto quarant’anni. Negli ultimi quattro decenni tutti gli studenti, a prescindere dal loro livello di abilità, hanno potuto concludere la scuola superiore, ottenendo in alcuni casi il diploma e in altri un attestato. 

La scuola, tra le tante debolezze è ancora un porto sicuro per molte famiglie: “Il percorso di integrazione scolastica di mio figlio è stato molto positivo. Lui è un ragazzo molto timido, mentre a casa è espansivo. Con l’entrata a scuola, anche per la consapevolezza della sua condizione, ha faticato ad entrare in relazione sia con altri ragazzi con disabilità, sia con i compagni senza disabilità. Questo aspetto l’ha un pò spinto ai margini della classe e ad entrare in relazione con gli altri e far vedere ciò che veramente è.Dal terzo anno delle scuole superiori, anche grazie ai docenti di sostegno e al resto della classe, ha mostrato gradualmente le sue potenzialità, arrivando a compiere un bel percorso, veramente molto soddisfacente”, ci racconta la signora Rosangela Romilio, mamma di Jacopo. Il successo di questo percorso, ci conferma, è frutto di un lavoro corale, che ha visto impegnati docenti, personale ATA, studenti e la dirigenza scolastica.

L’esame di Jacopo

La preparazione all’esame di Stato è molto positiva. I docenti hanno individuato alcuni argomenti delle varie discipline, sostenendolo e preparandolo bene, attraverso l’uso di mappe concettuali, ripassi continui e la preparazione di una tesina che porterà all’orale.

Questa mattina Jacopo era agitatissimo, molto preoccupato. Ha vissuto con la stessa emozione degli altri compagni di classe una tappa così importante della sua vita. Ha realizzato un lavoro partendo dall’opera “Uno, nessuno, e centomila” di Pirandello, contestualizzando l’opera e l’autore all’interno del suo tempo. Per la tesina ha studiato anche Verga con l’opera Rosso mal pelo.

All’uscita era molto soddisfatto, ed ha festeggiato insieme alla docente di sostegno con un buon caffè! Ha inviato una foto sul gruppo whatsapp che nel corso dell’anno abbiamo usato per comunicare, anche con il resto dei docenti: questo strumento si è rivelato molto utile per comunicare efficacemente. Ovviamente è anche nel gruppo whatsapp dei compagni di classe.

È emozionata la signora, quando parla del figlio, un maturando a tutti gli effetti. In molte altre nazioni suo figlio non avrebbe mai potuto neanche entrare in un’aula scolastica comune, ma avrebbe ricevuto attenzioni e cura in scuole speciali, distruggendo quella dimensione di normalità che invece ha permesso al giovane Jacopo di crescere, mettendosi alla prova, giorno dopo giorno, grazie al confronto con i suoi amici.

Dopo la maturità

Il vero problema, come succede per molti adolescenti con disabilità, inizia quando la scuola finisce. “Il futuro, dopo la scuola, è un pò un vuoto! Jacopo non vuole lasciare la scuola, dice di trovarsi bene e non vuole andare via! Al momento vedo un vuoto, sono preoccupata. In casa è un ragazzo che aiuta molto, un adolescente come tanti altri, ma fatica a farsi amici e ad avere un suo giro: che faccio io mamma, spesso ci chiede! Ora la sfida sarà quella di trovare strutture accoglienti (hotel, ristoranti) dove possa mettere in pratica quanto ha imparato. Dopo tante attività, dobbiamo evitare che si ritrovi senza fare nulla, ora, dopo la scuola ci poniamo un altro obiettivo: la vita da grandi!”

L’augurio che Tuttoscuola rivolge a Jacopo, alla sua famiglia e a tutti i maturandi con disabilità presenti nella scuola italiana è di riuscire a crescere e diventare grandi, grazie al servizio che docenti appassionati e competenti svolgono con e per loro, augurandoci che il vuoto per il loro futuro possa essere, giorno dopo giorno, colmato. 

 

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